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Grecia, Merkel-Sarkozy: “Rispetterà gli impegni”. Junker: altrimenti è il default

Il referendum indetto da Atene è una pistola puntata alla tempia della Grecia. Per questo domani si terrà una riunione d’emergenza tra governo ellenico, Ue, Fmi, Francia e Germania. Lo hanno riferito fonti dell’Esecutivo tedesco. Inoltre il capo dell’Eliseo Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel, che si sono sentiti oggi pomeriggio per telefono, hanno affermato di essere “determinati” a fare attuare alla Grecia gli impegni presi sul risanamento.

Se i cittadini dovessero respingere l’ultimo pacchetto di misure d’emergenza concordate con l’Europa, di fronte al Paese si aprirebbero le porte del default. Questa la preoccupazione è stata espressa oggi anche da Jean-Claude Juncker. In un’intervista alla radio lussemburghese Rtl, il presidente dell’Eurogruppo specifica che bisognerebbe in ogni caso esaminare la formulazione del quesito che si intende sottoporre ai greci.

Juncker ha poi sottolineato come il premier greco, George Papandreou, abbia preso la decisione di proporre il referendum “senza consultare i suoi colleghi europei”, con una mossa che accresce “il nervosismo e l’insicurezza”.

Dello stesso avviso la Banca Mondiale, che mette in guardia dal referendum greco: se dovesse arrivare alla bocciatura “sarà il bazar”, ha affermato il presidente dell’istituzione, Robert Zoellick.

Provano invece a gettare acqua sul fuoco il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, e il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy: “Prendiamo atto dell’intenzione delle autorità greche di tenere un referedum – si legge in un comunicato congiunto – e siamo totalmente fiduciosi sul fatto che la Grecia onorerà gli impegni presi con la zona euro e con la comunità internazionale”.

Ma la fiducia delle due massime autorità europee non sembra condivisa quasi da nessuno, a partire dall’agenzia di rating Fitch, per arrivare ai greci stessi. Mentre i titoli di Stato ellenici sprofondano nell’abisso (con rendimenti che toccano l’83,9%), un’agenzia di stampa greca ha riferito che sei esponenti di primo piano della maggioranza socialista che sostiene il governo avrebbero chiesto le dimissioni al premier George Papandreou. Da un altro membro dello stesso partito sarebbe arrivato l’appello per un “governo di salute nazionale che possa garantire il piano europeo”.

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