Secondo il presidente dell’Eurogruppo, Jerona Dijsselbloem, la lista di riforme che la Grecia ha inviato all’Ue è “lontana dall’essere completa” e per essere attuata richiederà “tempi lunghi”, per cui “a marzo non sarà versata alcune tranche di aiuti” ad Atene.
L’elenco di riforme comprende l’istituzione di “un consiglio di bilancio” indipendente per monitorare la spesa del governo, la sua politica di bilancio e quindi valutare se gli obiettivi vengono raggiunti; migliorie sul fronte della predisposizione del bilancio; la messa a punto di uno schema per la lotta all’evasione dell’Iva; un nuovo piano e leggi più dure per riscuotere le tasse non pagate da contribuenti e imprese; un nuovo piano per emettere licenze alle aziende di gioco d’azzardo online; la riduzione della burocrazia e iniziative per affrontare la crisi umanitaria con l’introduzione di buoni pasto, misure per garantire energia elettrica e assistenza abitativa. Costo complessivo: 200,29 milioni di euro.
In attesa della riunione che si terrà domani a Bruxelles, il premier greco Alexis Tsipras ha telefonato al presidente Bce Mario Draghi e al presidente francese Francois Hollande. A Draghi – secondo quanto riporta Bloomberg che cita funzionari del governo di Atene – Tsipras avrebbe confermato il rispetto per l’indipendenza dell’Eurotower, raccomandandosi, però, che questa non soccomba alle pressioni politiche. A Hollande, invece, il capo del governo greco avrebbe confermato la volontà di organizzare presto un incontro a Parigi.
Senza il via libera al prestito da 7,6 miliardi di euro, la Grecia rischia di non riuscire a pagare stipendi pubblici e pensioni. Venerdì Atene ha rimborsato la prima tranche da 310 milioni di euro di un prestito in scadenza a marzo erogato dal Fondo Monetario Internazionale. Il nuovo governo del primo ministro Alexis Tsipras deve rimborsare al Fondo questo mese complessivi 1,5 miliardi di euro tra oggi e le prossime due settimane. L’esecutivo ha detto che effettuerà i pagamenti ma sono cresciuti i timori per la liquidità del paese a fronte di un deciso calo degli introiti fiscali e mentre gli aiuti di Ue e Fmi restano congelati fintanto che Atene non completa le riforme che ha promesso di implementare.
Per il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, “non ci sarà mai una Grexit”, ma il governo Tsipras non esclude un referendum sulla politiche europee nel caso l’Eurogruppo negasse gli aiuti al paese. Per questo, domani la Grecia proporrà all’Eurogruppo di rivedere la procedura attraverso la quale negozia le riforme con l’Ue. Sarebbero dei team tecnici a Bruxelles, anziché la Troika in Grecia, a fare i lavori preparatori prima delle riunioni dell’Eurogruppo. La proposta è stata poi confermata dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, secondo il quale questo percorso “sarà discusso dai team tecnici che s’incontreranno a breve a Bruxelles”.