E Swap sia. L’accordo tra il governo di Atene e i creditori privati verrà messo in pratica da oggi. Il premier Papademos ha annunciato il lancio della procedura di scambio sui titoli di Stato della Grecia. Le adesioni saranno aperte fino al 9 marzo e lo scambio si chiuderà entro il 12 marzo. I privati che aderiranno – prevalentemente banche e assicurazioni – cederanno i propri bond in cambio di contanti e di nuove obbligazioni sovrane con una scadenza a più lungo termine e rendimenti più bassi. Complessivamente si tratta di un taglio del 70% sui titoli che possiedono rispetto al valore iniziale dei bond. Lo scambio coinvolgerà anche una cospicua quota (14,5 miliardi di euro) di quelle obbligazioni greche in scadenza il 20 marzo prossimo per cui Atene ha rischiato il default non essendo in grado di ripagarne gli interessi.
Queste sono le linee guida negoziate tra il Governo ellenico e la Troika (Ue, Fmi e Bce) che dovrebbero permettere di alleggerire di oltre 107 miliardi di euro il fardello di debito del Paese, pari a 350 miliardi totali, circa il 160% del Pil. Questo contributo “volontario” era uno dei presupposti imposti dalle istituzioni internazionali per concedere alla Grecia il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro, approvato lunedì dall’Eurogruppo.
Ieri il Parlamento ellenico con una procedura di urgenza ha approvato la legge ad hoc sullo scambio per i privati e da stamattina il Consiglio dei ministri greco è riunito per avviare effettivamente le operazioni, che per oggi verranno supervisionate anche dal premier Lucas Papademos.
Si è invece ancora in attesa del discusso e possibile contributo da parte della Bce e dalle varie banche centrali della zona euro in possesso di bond greci. Secondo alcuni analisti un’ipotesi potrebbe essere di mettere in atto una serie di cessioni in cui le varie banche centrali rinuncerebbero a ottenere plusvalenze sui bon greci – rispetto ai prezzi a cui li hanno acquistati – oppure li venderebbero ai paesi di appartenenza che poi a loro volta li girerebbero alla Grecia. Un labirinto burocratico necessario per aggirare i divieti dei trattati Ue sul finanziamento dei debiti pubblici dei paesi dell’area euro da parte delle banche centrali, che ha già suscitato le polemiche da parte dei “falchi” dell’unione (Germania, Olanda e Finlandia).