L’accordo fra i creditori della Grecia, cioè Unione Europea, Bce e Fmi, con il governo di Atene dovrà essere raggiunto prima dell’apertura dei mercati di lunedì prossimo, 29 giugno, alla vigilia della scadenza del prestito da 1,6 miliardi che Atene dovrà rimborsare al Fondo monetario. Dopo tanti rinvii e fumate grigie, dunque, tutto si deciderà nell’Eurogruppo di domani, cui seguirà, se ci sarà l’intesa, il voto del Parlamento greco entro domenica e quello del Bundestag tedesco nella mattina di lunedì.
I mercati, stressati dai continui tira e molla dei duellanti di Bruxelles, stanno a guardare. Ma anche i più ottimisti devono prendere in seria considerazione il rischio default. Come ha ribadito il portavoce del Fmi, Gerry Rice, “la Grecia sarà dichiarata immediatamente insolvente nei confronti del Fondo monetario internazionale se il 30 giugno non pagherà la quota di prestito da circa 1,6 miliardi di dollari dovuti all’Istituto”.
Chiudono la settimana in frenata i listini asiatici. La Borsa di Tokyo arretra di mezzo punto circa, nonostante dati confortanti in arrivo dai consumi. Ancora una discesa da brivido per i listini cinesi (Shanghai -5%) in preda ad una volatilità estrema.
Debole Wall Street, sotto la pressione delle notizie in arrivo da Bruxelles: Dow Jones -0,4%, S&P 500 -0,3%, Nasdaq -0,2%. In condizioni normali l’andamento brillante dei consumi interni segnalato ieri avrebbe provocato un aumento dell’attesa per il rialzo dei tassi ed il rialzo del dollaro. Ma l’allerta sul fronte greco ha sostenuto le quotazioni dell’euro, stabile attorno a 1,12 sulla moneta Usa: il rischio default provoca flussi in uscita dai prestiti in euro, facendo lievitare la richiesta di valuta comune per chiudere i contratti.
MILANO + 0,8%, UNICA PIAZZA IN RIALZO
Partenza al rialzo, doccia fredda verso mezzogiorno. Poi una pioggia di notizie ed indiscrezioni contraddittorie fino alla chiusura. Ecco, in sintesi, la cronaca della giornata di ieri dei listini europei, che hanno manifestato una sorprendente stabilità di fronte agli sviluppi del dramma (orma una telenovela) greca. La Borsa di Milano, migliore Borsa in Europa, ha chiuso con un guadagno dello 0,8%. Assai più contenute le oscillazioni di Francoforte (+0,02%), Parigi (-0,07%) e Madrid (-0,12%). Londra ha chiuso a -0,54%.
GOLDMAN SACHS: SPREAD A 400 IN CASO DI GREXIT
La spada di Damocle del Grexit pende sull’andamento dei titoli del debito. A detta di Goldman Sachs, lo spread tra Btp e Bund potrebbe scendere a 100 punti base nel caso di un accordo tra la Grecia e i creditori internazionali, ma salire a 200-250 punti base nel caso dell’introduzione di controlli sui capitali da parte del Governo ellenico. E a 350-400 punti base in caso di uscita di Atene dall’euro.
TIENE IL BTP. IL TESORO: NUOVI DERIVATI SOLO A COPERTURA DEL CAMBIO
Intanto, il Btp tiene. Dopo aver toccato a metà seduta un picco di 2,18%, il decennale si è riportato al 2,13% della vigilia, mentre lo spread con il Bund, già risalito fino a 136 punti base in mattinata, ha chiuso a 125 punti. In questa cornice hanno preso il via le aste di fine mese. Ieri il Tesoro ha collocato 1 miliardo, l’intero importo offerto, di Btpei indicizzati all’inflazione a 10 e 30 anni.
Sono stati comunicato gli importi dell’asta dei titoli a medio-lungo termine di martedì 30 giugno: saranno offerti da 5 a 7 miliardi di Ccteu, Btp a 5 e 10 anni. Intanto, è stato comunicato che nel corso del terzo trimestre saranno emessi un nuovo Ctz con scadenza agosto 2017, e due nuovi Btp, uno a sette anni (scadenza settembre 2022) e un decennale (dicembre2025).
Cambia, dopo mille polemiche, la strategia del Tesoro sui derivati. In futuro saranno assunte posizioni solo per cautelarsi dal rischio di cambio in caso di emissioni in valute diverse dall’euro. L’annuncio è arrivato, nel corso dell’audizione parlamentare del direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via, che ha motivato la scelta con il mutato contesto di mercato
I FONDI USA, DOPO LA FINE DEL LOCK UP, IN ROTTA SU ENDESA
Una notizia rilanciata ieri sera da Reuters potrebbe dare la scossa ad Enel (+1,1% nella seduta di ieri). Alcuni fondi, fra cui Cvc e Kkr, secondo l’agenzia avrebbero allo studio un’offerta per una quota “significativa” in Endesa, la controllata spagnola di Enel, secondo quanto riferito da fonti a conoscenza del dossier. L’interesse si è acceso in maggio quando è scaduto il lock-up di sei mesi scattato al momento del collocamento del 22% della società spagnola, oggi controllata dal gruppo italiano (che non ha intensione di scendere) per il 70%.
In ascesa ieri anche Enel Green Power (+1,7%), sostenuta dalla promozione a Outperform di Exane. Deboli invece i titoli oil: Saipem -1,56% dopo un report negativo di Ubs. Eni -0,12%.
VOLA BPM. MORGAN STANLEY PUNTA SU UNICREDIT
La performance positiva del mercato italiano è legata all’andamento vivace del comparto bancario. Vari i motivi del rialzo. Guida la corsa Banca Popolare di Milano (+2,39%). Nel corso della seduta ha fatto segnare a 1,0390 euro i nuovi massimi dal novembre 2010. Il rally è collegato all’acquisto, perfezionato ieri, da parte di Poste del 10,3% detenuto da Monte Paschi (+1,25%) in Anima Holding (+0,61%): la Banca di piazza Meda si è impegnata a cedere entro 12 mesi la quota eccedente la soglia del 25%.
Seconda mossa Toro: ieri è stato siglato l’accordo tra Kkr, Intesa e Unicredit che dà vita ad una società per la gestione dei crediti di società in restructuring. Intesa sale dell’1,8% Unicredit +1,6%. Secondo gli esperti di Morgan Stanley, puntare sulla banca guidata da Federico Ghizoni è la strada migliore per giocarsi il miglioramento della qualità degli asset del settore bancario italiano.
Gli analisti americani sono convinti che gli accantonamenti a copertura dei crediti in sofferenza rimarranno elevati nel breve, ma che le riforme strutturali, come quella di ridurre a 1 anno i tempi di deducibilità fiscale delle perdite su crediti, potrebbero generare sorprese positive nel medio termine.
Bene anche il Banco Popolare (+2,07%) e B. Pop. Emilia (+2,8%). Infine, l’aumento di capitale di Carige ha registrato un pieno successo: è stato sottoscritto il 99,8% del capitale. Al termine dell’operazione, la famiglia Malacalza controlla il 17% circa, Volpi il 5%.
Nel comparto assicurativo, Generali +0,1%. La Banca d’Italia ha comunicato ieri di avere completato la vendita del pacchetto del 4,48% posseduto in Generali.
INFRASTRUTTURE, BOOM DELLE COMMESSE INTERNAZIONALI
Giornata da incorniciare per i grandi lavori. Astaldi (+3,5%) ha ottenuto un maxi-finanziamento da parte del ministero della salute turco per la costruzione e la gestione di uno dei più grandi centri medici al mondo.
Maire Tecnimont guadagna il 3,7% dopo la promozione a Buy di Nomura. Il target price è stato più che raddoppiato a 3,90 euro da 1,68 euro precedente. La settimana scorsa, la società ha annunciato che si è aggiudicata, in cordata con altre aziende, una commessa per la realizzazione di una nuova area produttiva in una raffineria situata nella periferia di Mosca. Il valore del contratto di competenza di Tecnimont, su base multivaluta, ammonta a circa 480 milioni di euro.
Salini Impregilo (+1,74%) ha girato sui massimi da metà aprile, a quota 4,2080 euro, dopo un upgrade a mercato chiuso del rating sul credito a lungo termine da parte di Standard&Poor’s, che lo ha portato da BB a BB+.
FRENA FCA, BOLLORE’ NON SCALDA TELECOM
Ha chiuso senza variazioni Telecom Italia a 1,17 euro, senza reagire allo sbarco nel capitale di Vivendi. Chiusura in perdita per Fiat Chrysler (-1,22%). Pirelli -0,46%, a 15,29 euro. Brillante la scuderia Fininvest: Mediaset +2,61%, Mondadori +1,6%.