“Ultima chiamata per Atene”. E’ il titolo del copione (con finale aperto) che i mercati finanziari dovranno interpretare fino a tarda sera, in attesa del confronto tra i capi di Stato dell’area euro ed Alexis Tsipras. E’ in gioco, scrive sul Financial Times Wolfgang Munchau, non solo il futuro della Grecia, ma la sopravvivenza stessa dell’Eurozona.
Una giornata ad alta tensione all’insegna dei rumors e delle dichiarazioni di leader, funzionari, sherpa, in cui passeranno in secondo piano le notizie macro (il dato definitivo del Pil Usa del primo trimestre, in arrivo a giorni), i temi societari ma anche altri dossier geopolitici di grande importanza, a partire dalla ripresa dei negoziati sul nucleare iraniano da concludere in un senso o nell’altro, entro il 30 giugno: un passaggio chiave per i mercati petroliferi.
La giornata comincia con una nota positiva in Asia. Sale la Borsa di Tokyo attorno al unto percentuale, sale anche Hong Kong +0,4%. In evidenza Fosun, la holding finanziaria cinese che ha acquistato una compagnia assicurativa israeliana, Phoenix International, che va ad aggiungersi alle altre operazioni di questi mesi (Club Med, Cirque du Soleil e Thomas Cook viaggi) e al prossimo deal sul portoghese Novo Banco. I listini cinesi chiusi per festività.
ARRIVA L’ULTIMA PROPOSTA DI TSIPRAS. JUNCKER: E’ UNA BUONA BASE
La giornata più lunga per la Grecia (e la zona euro) ha preso il via ancor prima dell’aperura delle Borse. Alle 8 e 30, infatti, il membro del direttorio Bce Benoit Coeuré tiene un intervento particolarmente atteso dopo la gaffe di giovedì, quando lo stesso Coeuré, rispondendo ad un funzionario Ue disse: “Domani le banche greche sono aperte. Lunedì non so”.
Oggi proprio gli istituti di Atene rappresentano la trincea più vulnerabile della crisi: i pre-ordini per il ritiro di depositi per lunedì hanno raggiunto venerdì scorso un miliardo di euro. La scorsa settimana, i risparmiatori hanno ritirato oltre 4 miliardi di euro dalle loro banche. La Bce, unica fonte di approvvigionamento del sistema, ha già prestato oltre 86 miliardi di euro. Stamane la banca di Francoforte si riunirà per decidere nuovi prestiti: forse gli ultimi se non ci sarà un accordo, difficile ma necessario.
Alla vigilia del round decisivo la Grecia ostenta ottimismo: “Il Governo ha messo a punto una proposta di comune convenienza”, si legge in una nota emessa da Atene dopo una conference call con Angela Merkel, François Hollande e Jean-Claude Juncker, secondo il quale “si tratta di una buona base per un accordo”.
In realtà, i due leader hanno ribadito a Tsipras che, prima del vertice “politico” delle 19 sarà necessario trovare un accordo in sede “tecnica” sulle nuove proposte greche, tra cui, pare, spicchi una posizione più morbida sui prepensionamenti.
MILANO +19,4% DA GENNAIO. NASDAQ AI MASSIMI
I mercati finanziari hanno finora ostentato grande tranquillità di fronte all’evoluzione della crisi. Piazza Affari chiude la settimana con un calo dello 0,7% che riduce la performance da inizio anno al 19,4%, che resta comunque la più brillante d’Europa davanti a Francoforte e Parigi (+11%) e Madrid (+5%).
Fa storia a sé la Borsa di Atene: -20% da inizio anno. Venerdì la Borsa è salita dello 0,5%. L’indice complessivo delle Borse del Vecchio Continente è sceso dello 0,9% al termine delle ultime cinque sedute. Altra musica a Wall Street. I listini Usa hanno archiviato la seduta migliore da aprile a partire dal Nasdaq che ha raggiunto un nuovo record a quota 5.143 punti.
Tornano alla ribalta le Ipo miliardarie, come quella di Fitbit. Alla ribalta, nel comparto assicurativo, l’offerta di Anthem (47 miliardi di dollari) su Cigna rispedita al mittente perché ritenuta “molto deludente”.
BTP, BONOS E BUND: IN FUMO 385 MILIARDI DA APRILE
La crisi greca ha colpito il mercato del debito. Negli ultimi due mesi il valore complessivo dello stock dei titoli di Stato dell’eurozona è sceso di 385 miliardi a 5-600 miliardi. I rendimenti dei titoli italiani sono tornati ai livelli dello scorso novembre, vanificando l’effetto del quantitative easing. E andata peggio ai Bonos spagnoli, tornati ai prezzi di settembre.
Il Btp ha chiuso venerdì ad un rendimento del 2,27%. Si avvicinano intanto le aste di fine mese. Giovedì toccherà ai Btp indicizzati all’euro, venerdì ai Bot a sei mesi ed ai Ctz. Lunedì 29, infine, si chiuderà con i titoli a medio-lungo termine.
PIOGGIA DI DIVIDENDI, INWIT AL DEBUTTO
Giornata ricca di dividendi pei Piazza Affari. Staccano la cedola: A2A (0,0363 euro); Enel (0,14); Exor (0,35); Terna (0,13); Telecom Italia risp (0,0275); Unipolsai (0,175); Unipolsai risp a (6,5); Unipolsai risp b (0,20438); Acea (0,45); Hera (0,09); Iren (0,0523); Italmobiliare (0,25); Italmobiliare risp (0,39); Unipol (0,17); Unipol priv (0,19); Mc-link (0,06 euro).
Debutta a Piazza Affari il titolo Inwit. Il prezzo di collocamento della società delle torri di trasmissione controllata da Telecom Italia è stato pari a 3,65 euro per una valutazione complessiva di 2,19 miliardi, pari a 16,2 volte il rapporto Ebitda pro forma del 2014. Una valutazione più alta dei competitors che si giustifica con l’stensione della rete su tutto il territorio nazionale, il basso indebitamento (120 milioni) e la redditività elevata (135 di ebitda su ricavi per 314 milipni).
OVS entra al Ftse Italia Mid Cap Index al posto di Cofide .
LE POPOLARI FANNO CASSA. AL VIA L’ASSE INTESA-UNICRADIT-KKR
Ancora una volta le banche saranno al centro dell’interesse dei mercati. Sotto i riflettori le banche Popolari che hanno ceduto l’85.79% di Icpbi ad una cordata di private tra cui Bain, Advent e Clessidra per una valutazione complessiva di 2.15 miliardi. Gli istituti interessati sono tra gli altri il Credito Valtellinese (azionista al 20,4%), Banco Popolare (14,6%), Bper (10,6%), Ubi (5%) e Bpm (5%).
In attesa dei sospirati provvedimenti fiscali, mille volte annunciati, prendono il via le società promosse da Intesa ed Unicredit assieme a KKR e Alvarez & Marshall per il trattamento delle partite incagliate. Ci saranno due newco, controllate dai partner Usa che controlleranno un veicolo in cui far confluire, sotto forma di obbligazioni, le esposizioni di Intesa ed Unicredit in società con concrete possibilità di rilancio. Tra i nomi interessati i dai primi test: Alfapak, Comital, Saiag, Burgo Ferroli e Riello.
In settimana si chiuderà l’aumento di capitale di Banca Carige. Generali Investment ha comunicato il possesso di un pacchetto pari 5,122%.
PIAZZA AFFARI MISURA LA NUOVA CDP
Il ribaltone in Cassa Depositi e Prestiti è destinato a produrre profondi effetti in Piazza Affari.Tra questi:
1) I riflettori sono accesi su Telecom Italia. Andrea Guerra, il consigliere di Matteo Renzi più concentrato sul dossier banda larga, ha liquidato come “fantasioso” il collegamento tra la sostituzione di Franco Bassanini (che resta presidente in Metroweb) e l’intenzione di entrare in Telecom Italia ma ha sottolineato che la Cdp può avere per statuto “investimenti in aziende strategiche”. Il tutto a pochi giorni dall’esordio di Vivendi nell’azionariato dell’ex incumbent delle tlc.
2) La “nuova” missione di Cdp e del controllato Fondo Strategico Italiano potrebbe condizionar anche la cessione alla società guidata a Maurizio Tamagni in Saipem, con una quota del 20%, magari grazie ad un aumento di capitale.
3) Altro test sarà l’acquisto della quota in Stm controllata dal Tesoro. In questo caso sono le Fondazioni ad esser perplesse di fronte ad un investimento strategico ma dalla redditività volatile.
FCA, LA SETTIMANA DI GIULIA
Altro tema caldo sarà Fiat Chrysler: mercoledì 24, al museo storico dell’Alfa di Arese salirà il sipario sulla Giulia, la prima tra le otto Alfa cui Marchionne attribuisce il ruolo più rilevante per alzare la redditività del gruppo. Ma il mercato guarda con attenzione alle notizie potrebbero arrivare dagli Usa dove continua il pressing nei confronti di Gm.