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Grecia: i mercati plaudono all’accordo, ma non abbassano la guardia

Il Grexit è stato evitato. Le borse cinesi si avviano alla normalità. L’accordo sul nucleare iraniano potrebbe essere annunciato in giornata. I dossier più caldi, insomma, sembrano sotto controllo. I mercati ne prendono atto, senza particolare euforia: la partita greca può riservare ancora molte sorprese e l’Eurozona esce comunque ammaccata dal duello di Bruxelles. Le attenzioni sono già rivolte , poi, alle audizioni di Janet Yellen alle Camere: la prospettiva di un aumento dei tassi Usa ha spinto al rialzo il dollaro.

Intanto, forte crescita per l’indice Nikkei a Tokyo (+1,6%). Bene Sidney (+1,6%). Battuta d’arresto ad Hong Kong (-0,5%), dopo tre giorni di rialzi. Più stabili le Borse cinesi: Shanghai -0,9%, Shenzhen +3,5%. L’attività di trading sta tornando normale.

WALL STREET RIPARTE, IN ATTESA DI YELLEN

A Wall Street l’indice Dow Jones è avanzato dell’1,22%, l’S&P 500 circa dell’1,1% . Meglio il Nasdaq (+1,48%). Alla vigilia della campagna delle trimestrali gli analisti si attendono una sensibile discesa del fatturato (-3,9% in media) delle società quotate. La cinese Tsinghua, secondo il Wall Street Journal, ha presentato un’offerta da 23 miliardi i di dollari per Micron Technology, ma la società Usa ha smentito. 

In sensibile discesa il petrolio: Brent a 58,03 dollari il barile. Più che l’imminente intesa iraniana pesa la notizia che l’Arabia Saudita a giugno ha aumentato la produzione a 10,6 milioni di barili al giorno, nuovo record assoluto. 

L’euro si è indebolito a 1,102 da 1,116 della chiusura.

RIALZO TIMIDO A MILANO. IL QATAR FA SHOPPING IN SPAGNA

Pesa sulle Borse europee l’incognita politica greca. Alexis Tsipras, in vista del voto-capestro di domani, sta fronteggiando l’insurrezione del suo partito, dove sembra prevalere la scelta di dire no all’intesa, che passerà comunque grazie ai voti dell’opposizione. Il quadro, in sintesi, resta troppo incerto e confuso per giustificare un eventuale entusiasmo dei mercati.

La Bce, intanto, ha deciso di non aumentare i fondi Ela destinati alle banche greche. Gli istituti resteranno chiusi anche oggi e domani. In questa cornice a Milano l’indice Ftse Mib ha limitato ieri il rialzo all’1%, a quota 23.167 punti. Parigi ha guadagnato il 2%, Francoforte l’1,5%. Madrid +1,7%. Il Qatar ha annunciato l’acquisto per un miliardo di euro del 10% del Corte Inglès, la prima catena retail spagnola. 

Il rendimento del BTP a dieci anni è al 2,09%, in calo di 3 punti base rispetto a venerdì sera, dopo aver toccato un massimo di 2,20%. Bene le aste dei titoli a medio-lungo termine, chiuse con un lieve ribasso dei rendimenti rispetto a fine giugno.

VOLA FERRAGAMO: LA CINA FA MENO PAURA

In mezzo a tanta timidezza brilla la stella del lusso: Ferragamo è stata ieri la miglior blue chip con un progresso del 4,1% a 26,41 euro dopo aver toccato un massimo a 26,53 euro. Gli analisti di Goldman Sachs hanno alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 35,1 euro dai 35 euro precedenti, confermando il giudizio Buy. Anche Credit Suisse ha alzato sia target che raccomandazione. 

Per la banca svizzera il titolo può correre fino a 28 euro, il target precedente era 26 euro, promosso anche il rating ad Ouperform da Neutral. Il titolo ha reagito dopo le vendite legate alla forte esposizione al mercato cinese, che vale il 36,6% dei ricavi. Bene anche Tod’s (+3%) e Moncler (+2,5%).

LE POPOLARI RIALZANO LA TESTA

In buona ripresa i titoli del credito, sull’onda del miglioramento dei prezzi dei Btp. Rimbalzano i titoli delle Popolari: Banco Popolare+2,4%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna+1,4%, Banca Popolare di Milano +2,9%. Bene anche i Big Unicredit (+1,7%) e Intesa (+1,9%). Fa eccezione Monte Paschi (-1,45%). Nel risparmio gestito spicca Mediolanum (+3,3%).

TELECOM RIVEDE I PREZZI DEL SETTEMBRE 2009

Partita debole, con un minimo a 1,1820 euro, Telecom Italia ha terminato in rialzo dell’1,3%, spingendosi nel corso della seduta su livelli di prezzo che non vedeva dal settembre 2009, a 1,2210 euro. Hanno giovato al titolo la notizia che le trattative per un accordo sui contenuti con Netflix e Mediaset sono alla fase finale ma più ancora l’evoluzione degli assetti societari. 

JP Morgan ha annunciato di esser scesa al 4.637% dal precedente 6,997% annunciando che intende avvalersi dell’esenzione di comunicazione previsto dal Regolmaneot per le partecipazioni sotto il 5%. Potrebbe essere una mossa propedeutica ad un nuovo balzo in avanti di Vivendi, oggi al 15%. 

Il Ceo del gruppo transalpino, Arnaud De Puyfontaine non ha escluso che il colosso della pubblicità e della comunicazione possa incrementare ulteriormente la sua quota oltre il 20%, come riportano alcune voci di mercato. “Al momento stiamo bene così, ma non bisogna mai dire mai”, ha detto il manager francese. 

TERNA, TORNA D’ATTUALITA’ LA GRECIA 

Terna stabile a 4,21 euro dopo un rimbalzo del 10% nelle ultime quattro sedute. Il mercato guarda alla gara per la privatizzazione del 66% di Admie, gestore della trasmissione elettrica del Paese. Già nel 2014 era stata formata una short list di pretendenti che comprendeva anche Terna. Allora si era ipotizzato che Terna partecipasse all’acquisto con un partner, in modo da ridurre il proprio investimento a circa 300-350 milioni di euro. 

JP MORGAN TAGLIA STM

Bene FCA (+1,7%) in attesa del file per l’Ipo di Ferrari. Eni +0,1%, Enel +1,1%. Saipem +2,5%. In calo Stm (-0,55%) dopo che JP Morgan ha ridotto il rating a underweight da neutral ed il target price a 6,5 euro da 7 euro.

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