Nell’interminabile braccio di ferro fra Ue e Grecia, da Atene arrivano segnali di schiarita. Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, è tornato a parlare con ottimismo: “Siamo molto vicini ad un accordo – ha detto all’emittente Star Tv –, credo che nel giro di una settimana si possa arrivare alla firma”.
Anche secondo il premier Alexis Tsipras, “dopo lunghe e faticose discussioni, siamo ormai alla stretta finale per siglare un accordo che sia favorevole per ambo le parti, ma l’accordo deve prevedere la ristrutturazione del debito greco, obiettivi di avanzo primario di bilancio più bassi, soprattutto per il 2015 e 2016, e nessun taglio a stipendi e pensioni”.
Poche ore prima il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, aveva commentato in tutt’altro modo la trattativa con Atene, ammettendo che “ancora non ci siamo”.
Ieri sera, inoltre, un portavoce del governo greco aveva ribadito che “serve un incontro immediatamente per risolvere i problemi critici di liquidità”, aggiungendo che “un ultimatum dei creditori non faciliterebbe un accordo”.
A complicare la strada verso l’intesa contribuisce anche la pressione su Tsipras dell’alla sinistra di Syriza (un documento firmato da cinque membri del comitato centrale del partito chiede la rottura dei negoziati con la Ue).
Per superare l’impasse nei negoziati il presidente della Commissione Jean Claude Juncker avrebbe pronta la sua carta: un accordo “prendere o lasciare” che alleggerisce molto le richieste ad Atene, rinvia l’austerity all’autunno e promette 5 miliardi di aiuti a giugno.
Il clima generale, perciò, è ancora di forte incertezza, ma questa volta sembra possibile che le parti trovino un’intesa al prossimo vertice europeo, in programma a Riga il 21 e 22 maggio. Se così non fosse, ricomincerebbero i problemi di liquidità di Atene e delle sue banche.
Il prossimo mese la Grecia dovrà far fronte a una scadenza di pagamento da 1,5 miliardi di euro nei confronti del Fondo Monetario Internazionale, mentre fra luglio e agosto dovrà ricomprare debito proprio per 6,7 miliardi di euro dalla Banca centrale europea.
Intanto, il governo ellenico ha inoltrato al Bruxelles Group la sua proposta di riforma dell’Iva, che rappresenta un passo importante verso lo sblocco della tranche da 7,2 miliardi di aiuti. Finora però non sembra siano stati superati gli scogli relativi alle riforme delle pensioni e del lavoro.
Nelle ultime settimane il ritiro dei depositi dalle banche greche è notevolmente aumentato e sembra abbia toccato quota 35 miliardi di euro.