EDISON E SNAM, DUE SCINTILLE D’ ENERGIA A MILANO. MARCHIONNE, “PATTO MONDIALE” CON LA MAZDA
Entro il week end potrebbero arrivare 18 miliardi di euro destinati a rifinanziare le prime 4 banche elleniche, a riprova che la Ue scommette ancora sulla permanenza della Grecia e per la sopravvivenza dell’euro. I mercati europei, stressati da dati economici che denunciano il rapido deterioramento della situazione (la disoccupazione è ai massimi da 21 anni), sospendono il giudizio. E prendono atto, con moderata soddisfazione, delle parole di Mario Monti che vede “più vicini” gli eurobond.
Ma cresce l’attesa per nuovi interventi della Bce, magari in risposta al Sos lanciato dalla Spagna: è urgente fornire liquidità a un sistema bancario sotto attacco speculativo per i problemi delle perdite latenti nel settore immobiliare. Il lungo week end di Wall Street, che stasera chiuderà i battenti fino a martedì prossimo, può essere l’occasione giusta.
La Borsa di Milano +1,13% ha recuperato una parte della pesante perdita di giovedì. In Europa, salgono Parigi +1,16% e Francoforte 0,48%. Corre di più Madrid (Ibex +2%).
Seduta d’attesa anche a Wall Street: S&P +01,14, Dow Jones +0,27% e Nasdaq -0,38%. I dati macroeconomici, in particolare l’andamento dei beni durevoli, non sono incoraggianti. Di rilievo il rialzo di Hewlett-Packard + 6% dopo aver annunciato un drammatico piano di taglio costi di 3,5 miliardi di dollari di risparmi che prevede 27.000 posti di lavoro in meno. Facebook sale del 2% mentre cresce di tono il clamore sulla gestione dell’Ipo e sul ruolo delle banche collocatrici del titolo, in particolare, sotto accusa c’è Morgan Stanley. Cade, infine, a picco Tiffany – 9% dopo il taglio delle stime di ricavi.
In Asia la nota più negativa riguarda le banche cinesi, ai minimi da cinque settimane alla Borsa di Shangai, dopo aver annunciato che, causa il calo degli impieghi, nel 2012 potrebbero non essere raggiunti i target già annunciati. Il sistema del credito paga la frenata dell’economia che si annuncia più marcata del previsto. A Tokyo indice Nikkei quasi invariato +0,07%, Hong Kong -0,18%.
Il rendimento del Btp è sceso di 11 punti base al 5,52% all’indomani della riunione dei leader dell’Unione Europea. Lo spread scende a quota 418 bp. Il Bund future (144,2) si mantiene saldamente impostato al rialzo sopra l’area di sostegno di lungo periodo a 140.
Il fondo Salva Stati ha collocato ieri un bond da 3 miliardi ad un tasso 18 punti base sopra il midswap e ha annunciato l’intenzione di emettere titoli in altre valute, non solo in euro. L’euro si avvia a chiudere a 1,2533 la settimana all’insegna dei maggiori ribassi del 2012: la moneta unica ha perso quotazioni nei confronti di 16 delle 17 valute più scambiate. Fa eccezione il franco svizzero frenato dai cospicui acquisti della banca centrale di Berna che continua a far incetta di euro e di Bund.
“Vorrei poter produrre vetture per Mazda ovunque ne abbia la possibilità, in America come in Europa. Stabilimenti Chrysler compresi”. Così Sergio Marchionne in visita allo stabilmento di Belvidere nell’Illinois, dove viene assemblata la Dart, la prima vettura Chrysler su architettura Fiat. Nel finale della seduta il titolo del Lingotto ha messo a segno un rialzo del 4,38% di Fiat. Nell’occasione Sergio Marchionne ha detto che, Veba cioè il fondo sanitario del sindacato Uaw, non è “un azionista naturale” di Chrysler. Marchionne ha poi ribadito che ci sono più del 50% di probabilità che Fiat eserciti a luglio l’opzione per acquistare il 3,2% circa del gruppo Usa da Veba come prevedono gli accordi. Fiat detiene il 58% circa di Chrysler, Veba il 42%.
Fiat Industrial sale dell’1% ed Exor del 2,6%. A Piazza Affari tiene campo l’energia. Ieri è stato il giorno del passaggio di Edison a Edf. Oggi il consiglio dei ministri darà il via libera al decreto legge per il passaggio di Snam dall’Eni alla Cdp.
In Borsa il rialzo è stato guidato da Eni +2,38% e da Enel +2,58%. Salgono anche Snam e Terna entrambe +2,6%. In rally Acea +9,8% ed Iren +4%. Restando nel settore dell’energia, è da segnalare anche il rialzo del 5% di Saras. Saipem sale del 2,4%.
Al termine di una lunga giornata, trascorsa presso lo studio associato Clifford Chance a Milano, i vertici di Edison, Delmi ed Edipower, hanno siglato tutti i contratti che prevedono il passaggio del 70% di Edipower alla holding controllata da A2A e Iren, mentre Edison finirà quasi del tutto in mani francesi con che ne controllerà l’80,7% del capitale.
Dopo sette anni di difficile coabitazione finisce così l’alleanza fra i francesi e le utility italiane: da un lato Edf punta a fare di Edison l’hub del gas verso l’Europa, dall’altro nasce da oggi il secondo produttore di energia italiano se si considerano i MW di Edipower insieme a quelli di A2A. Non resta l’Opa, che sarà lanciata sulla minoranza di Edison da Edf fra fine giugno e inizio luglio al prezzo di 0,89 euro per azione.
Le banche, le compagnie assicurative e le società finanziarie sono in ordine sparso. Perdono Banca Popolare di Milano -2,03% e Banco Popolare -1,56%. Mediolanum sale del 2,27% e Generali dell’1%.
Oggi il cda di Fonsai prenderà atto dell’accettazione da parte di Milano Assicurazioni e Premafin della propria proposta di concambio e convocherà l’assemblea per l’aumento di capitale per la fine di giugno. Dopo si terrà il cda di Premafin. In questo caso, oltre ai tempi dell’operazione, conta capire quali saranno le prossime mosse dei Ligresti dopo la rinuncia alla manleva e al diritto di recesso imposte dalla Consob. Non è ancora stato fissato il tavolo per il confronto a quattro (Fonsai, Milano, Premafin ed Unipol) sui concambi, ma è probabile che l’incontro cruciale si tenga già lunedì. Nell’offerta inviata da Fonsai ad Unipol emerge tra l’altro una novità: sarebbe “preferibile per la sua maggior semplicità” l’integrazione a tre tra Fonsai, Milano e Unipol con l’esclusione di Premafin.
I prezzi dei bond e dei credit default swap di Banca Monte dei Paschi -0,85%, Intesa Sanpaolo +0,1% e UniCredit -0,71% evidenziano che le tre banche italiane sono considerate dagli investitori come più rischiose rispetto a quanto non suggerirebbe il livello di rating. E’ quanto si legge in un report di Standard & Poor’s, dal titolo ‘Italian banks’ credit spreads widen as eurozone debt crisis continues’.
Le tre banche, sottolinea il documento, hanno rating a livello investment grade, che, però, non vengono fotografati dal mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond degli istituti italiani, aggiunge l’agenzia, sembrano elevati rispetto alla categoria di rating, ma non sono inattesi alla luce degli outlook negativi e dei timori di un contagio della crisi greca. S&P scrive di prevedere un aumento degli asset non-performing per le tre banche tra quest’anno e il 2013, conseguenza del peggioramento dell’economia italiana.