Dicembre è partito con il turbo per tutta la periferia della zona euro, diventato all’improvviso il “porto sicuro” della speculazione internazionale. Il segnale più evidente sta nel calo sotto i 300 pb dello spread Btp/Bund. Ma per quali ragioni?
La Grecia, innanzitutto, ha chiarito le modalità del buy back sui propri bond da 10 miliardi di euro destinato a ridurre il debito pubblico, definendo una forchetta di prezzo più alta delle iniziali previsioni, fino al 40% del nominale. Una decisione che ha elettrizzato i mercati perché preceduta dalle dichiarazioni di Angela Merkel: la Germania, per la prima volta, si è detta disponibile alla cancellazione di parte del debito di Atene.
Stanotte è andata in porto una seconda, cruciale, partita europea. L’Eurogruppo ha dato il via libera ai fondi (39,5 miliardi di euro) da destinare al salvataggio delle banche spagnole.
A fermare la corsa del Toro, però, ci ha pensato il fiscal cliff. Le trattative a Washington proseguono a rilento. Il repubblicano John Boehmer ha rilanciato ieri alla proposta del segretario al Tesoro Geithner: un piano di 2,2 miliardi di dollari di cui 1,4 grazie a tagli nei costi della riforma sanitaria, e 800 milioni da minori deduzioni per i contribuenti ricchi. L’accordo è ancora lontano.
La sintesi, per le Borse, è la seguente: Wall Stret chiude in ribasso : Dow Jones -0,46%, S&P -0,47%, Nasdaq – 0,27%. Piazza Affari, che a metà seduta guadagnava l’1,4% oltre quota 16 mila punti, ha frenato sul finale a +0,4%. Londra ha chiuso in parità, Parigi +0,2%, Francoforte +0,4%.
ASIA
I listini asiatici si sono mossi al traino della Borsa Usa. Tokyo -0,21% rallenta la corsa, frenata dal calo dell’attività manifatturiera negli Usa. Hong Kong, al contrario, segna un rimbalzo (+0,23%) sulla spinta della ripresa dell’immobiliare.
Continua intanto la frana di Shangai -0,3%, scivolata ai minimi dal 15 gennaio 2009. Di rilievo la decisione della banca centrale australiana di tagliare il tasso di sconto di un quarto di punto al 3%, nel tentativo di tamponare la caduta dell’economia.
AMERICA
Oltre al duello sul fiscal cliff pesano su Wall Street i dati macro peggiori del previsto. L’indice Ism di novembre sulla manifattura Usa è sceso più del previsto a 49,5 da 51,7 di ottobre, l’attesa era per 51,4. Quota 50 indica lo spartiacque tra espansione e contrazione economica. Meglio delle attese invece la spesa edilizia di ottobre, cresciuta dell’1,4%, molto più dello 0,5% atteso.
Tra le blue chips da segnalare il balzo di Dell + 6%. dopo che Goldman Sachs ha alzato il giudizio a “buy” da “sell”, fissando un target price di 13 dollari.
Yahoo arretra -0,3%. L’azienda Internet ha perso una causa in Messico incentrata sul servizio delle Pagine gialle ed è stata condannata (con sentenza non definitiva) a versare un indennizzo di 2,7 miliardi di dollari a Worldwide Directories e a Ideas Interactive.
BTP, BUND E ALTRO
In sintesi il bollettino della giornata della riscossa del debito sovrano del Sud Europa registra:
Italia. Lo spread decennale Btp/Bund scende di 15 punti base a 295 per un rendimento del BTP 10 anni al 4,38%, nuovo minimo degli ultimi 2 anni. Da fine luglio ad oggi il rendimento del Btp 10 anni è passato dal 6,55% al 4,38%. Nello stesso periodo lo spread è passato da 530 a 295 punti base.
Spagna. Lo spread decennale Bonos/Bund scende di 17 punti a 373 per un rendimento del Bonos 10 anni al 5,15%, minimo da marzo.
Grecia. Lo spread a 10 anni Grecia/Germania scende di 170 punti base a 1.276, per un rendimento del 14,19%, minimo da luglio 2011. A 30 anni il differenziale Grecia/Germania (-85 punti base a 921) torna sotto la soglia psicologica dei mille punti base.
Germania. Tornano sopra lo “zero” dei rendimenti considerati super-sicuri di Austria, Finlandia, Germania fino a 2 anni.
ITALIA
L’effetto spread ha dato ossigeno al settore bancario. In Piazza Affari le banche hanno chiuso in rialzo grazie alla riduzione dello spread. Unicredit +2,23% al galoppo nella giornata in cui ha riaperto un bond subordinato lower tier II per 250 milioni.
Intesa +0,9%, Ubi +1,5%. E ancora: Banca Popolare di Milano + 0.91%, Mediobanca +0,8% e Banco Popolare +0,44%.
Fra le assicurazioni, Generali è salita dello 0,8%. Oggi si terrà un vertice tra l’ad Andrea Greco e il management committee in vista dell’Investor Day del 14 gennaio. In discussione la concentrazione delle attività assicurative in Italia e i primi dossier per le acquisizioni, a partire della compagnia turca controllata da Yapi Credit (Unicredit). In controtendenza Unipol -3,7%.
Fra le blue chip milanesi il titolo migliore è Mediaset, salita del 6,6% dopo che JP Morgan ha confermato la raccomandazione positiva “overweight”, fissando un target price di 2,2 euro.
Finale in calo per principali titoli dell’industria italiana: Fiat è scesa dello 0,7%. Dagli Usa arriva la notizia di un nuovo record di vendite per Chrylser e per la 500 made in Usa ma in Italia il mercato segna uno nuovo calo, pari al 20,5%. La quota di mercato del gruppo italiano risale al 29,8%. Gli altri titoli industriali: Fiat Industrial -0,1%, Pirelli -0,1%,Finmeccanica -0,4% e StM -1,4%. Fra le mid cap,balzo di Prelios +13%.
La provincia di Milano cerca di far cassa. Il Cda di Asam , la holding dell’ente pubblico, ha deliberato di procedere all’asta per il 14,56% del capitale. La base d’asta è di 160,1 milioni per una valorizzazione complessiva di poco più di 1,1 miliardi, corrispondente ad un valore unitario dell’azione pari a 4,40 euro. Ma è prevista la possibilità di presentare offerte al ribasso. Intanto la società e il Comune di Milano intendono presentare già oggi l’esposto alla Consob sul ritiro dell’Ipo Sea. Alla commissione si chiederà di accertare se durante l’Ipo siano state poste in essere azioni (in particolare dal socio di minoranza F2i) che hanno “influito negativamente sul reale svolgimento dell’operazione”.