Le criticità ci sono ma tutto sommato il quadro che emerge dall’analisi dei rapporti Ue-Grecia, non lascia prevedere tracolli sia nell’ipotesi del Sì al referendum, che viene vista come preferibile) che in quella di una vittoria del no, vista come apertura alla tanto temuta Grexit. Ecco come valutazno la delicata situazione dei mercati gli ultimi report di Crédit Suisse e Lombard Odier Investment Manager.
Crédit Suisse
Secondo gli analisti della banca d’affari, esiste una possibilità su tre che la Grecia possa uscire dall’Euro, anche se la possibilità potrebbe raggiungere al massimo il 50% qualora l’Ela fosse ritirato. La prima ragione è che il 70% circa dell’elettorato greco vuole rimanere nell’euro.
La maggiore criticità, in tal senso, ruota attorno alla comprensione delle implicazioni del referendum, ovvero se la popolazione si renderà conto che votare “No” equivalga a votare per il Grexit. Nell’eventualità che si concretizzi un’uscita, esiste, secondo gli analisti di Crédit Suisse, una possibilità su tre che questa conduca ad una crisi sistemica europea.
Nonostante diverse preoccupazioni, Credit Suisse rimane sul target dei 4.000 punti sull’Euro Stoxx 50, anche se è possibile che gli investitori possano aver sottostimato la vulnerabilità di alcuni paesi, su tutti la Francia, rispetto ai rischi greci.
Lombard Odier Investment Manager
L’improvvisa svolta negli eventi di questo fine settimana ha portato il futuro della Grecia (politico, finanziario e sociale) e quello (della credibilità politica) dell’Eurozona in territorio inesplorato, scrive Salman Ahmed, Global strategist di Lombard Odier Investment Managers.
Oltre all’annuncio della scadenza del programma, è arrivata anche la notizia che la BCE non fornirà più la liquidità di emergenza (ELA – Emergency Liquidity Assistance), che aveva tenuto a galla le banche greche negli ultimi mesi. La combinazione di questi due elementi significa che la Grecia andrà molto probabilmente incontro al default in occasione della prossima scadenza sul debito ottenuto Fondo Monetario Internazionale, sempre il 30 giugno.
Ma quali sono le implicazioni della situazione corrente per i mercati finanziari, e in particolar modo quelli obbligazionari? L’impatto sul sistema finanziario globale sarà contenuto rispetto al biennio 2011-2012, soprattutto perchè ad oggi i legami finanziari diretti della Grecia sono molto più concentrati. Ad esempio, circa l’80% dei debiti esteri nei confronti dell’economia greca sono in mano a Istituzioni Ufficiali.
Più che le implicazioni finanziarie dirette, dunque, è in ballo la credibilità politica dell’Eurozona. L’ultimo baluardo per mantenere la situazione sotto controllo è la Bce che sarà fondamentale, non solo attraverso il Quantitative Easing, per evitare il rischio di un contagio, operando in maniera rapida e inequivocabile.
In ogni caso rimangono molte criticità, anche se il “Sì” al referendum indetto dal Governo Tsipras, secondo gli analisti di Lombard Odier, risolverebbe da solo molti problemi, poichè condurrebbe verso una riconfigurazione politica in Grecia, portando a una soluzione più duratura al problema.
Lombard Odier prevede un’ampia ricaduta risk-off, con periferici e high yield sotto pressione mentre Bund e Treasuries beneficeranno di una tendenza a ricercare safe haven, ma le potenziali azioni della BCE rappresentano una rete di sicurezza. In ambito azionario, le aspettative conducono a una correlazione elevata con il prezzo dei titoli azionari periferici, anche se l’impatto sostanziale sui titoli azionari europei sarà limitato, nonostante un significativo aumento di volatilità nel breve termine (ancora una volta dovuto alle contromisure della BCE).
In ambito valutario, è assai probabile un aumento della pressione sull’euro, utilizzato come strumento di copertura alla stregua del 2011/12, e un’influenza negativa di una qualsiasi azione attesa della BCE .
Allegati: LOIM_Ahmed_Acque inesplorate (1).pdf