Sull’esposizione delle banche italiane nei confronti dell’economia greca ci sono almeno due notizie buone e una notizia cattiva. Partiamo dalle buone notizie.
La prima buona notizia è che l’esposizione degli istituti di credito italiani nei confronti dell’economia greca è passata dai 6 miliardi di euro del 2010 agli 800 milioni di euro del terzo trimestre del 2014. Lo rileva un’analisi del think tank europeo Bruegel che nello studio ha incluso sia prestiti al settore privato che acquisti di titoli di Stato. La seconda buona notizia per le banche italiane arriva dal confronto rispetto all’esposizione verso l’economia greca degli istituti di credito tedeschi, francesi e olandesi. Infatti, le banche tedesche sono esposte per 10,2 miliardi di euro, quelle francesi per 1,3 miliardi mentre gli istituti di credito olandesi per 923 milioni di euro.
Le buone notizie finiscono qui e sono in parte oscurate dalla cattiva notizia dell’analisi di Bruegel che spiega come quasi la metà dell’esposizione italiana verso l’economia ellenica è legata ai titoli di stato.
Infatti, gli istituti di credito della nostra penisola sono quelli maggiormente esposti al debito pubblico greco. Titoli di Stato greci per un valore superiore ai 385 milioni di euro sono nelle tasche delle banche italiane che sarebbero le uniche della zona euro ad aver aumentato tra il 2012 e il 2014 tale esposizione. La preoccupazione deriva dal fatto che nella giornata di ieri lo spread fra i bund tedeschi e quelli greci a 10 anni ha superato 1000 punti base e che il rendimento dei titoli a 2 o 3 anni si attesta al 20%. Dietro l’angolo ci sono le paure di un’incapacità greca di restituire il debito e la nuova ipotesi di uscita della Grecia dall’euro tornata ieri sui mercati azionari.