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Grecia, Banca centrale: Pil 2012 a -4,5%, ripresa dal 2013

L’istituto prevede che la disoccupazione arriverà al 19% sulla media 2012. Quanto ai depositi bancari, si sono assottigliati di 35 miliardi di euro ed è aumentata la quota di prestiti bancari inesigibili, mentre le sofferenze hanno raggiunto il 14,7%. Il rapporto deficit-Pil, infine, si attesta al 10,6%, superando il 9% previsto.

Grecia, Banca centrale: Pil 2012 a -4,5%, ripresa dal 2013

Il Pil della grecia crollerà quest’anno del 4,5%, prima di orientarsi verso un possibile recupero nel 2013. I dati diffusi oggi dalla Banca centrale di Atene sono addirittura peggiori di quelli pubblicati il mese scorso dalla Commissione europea, che aveva pronosticato un -4,4% sul Pil 2012. In precedenza il Fondo monetario internazionale aveva previsto invece una flessione del 4,8%. Il calo sarà comunque più contenuto di quello registrato nel 2011, che si è chiuso con una contrazione del 6,9%.

Intanto lo scorso anno la disoccupazione in Grecia ha raggiunto il 17,7% e nel suo rapporto annuale la Banca centrale prevede che arriverà al 19% sulla media 2012. Quanto ai depositi bancari, si sono assottigliati di 35 miliardi di euro ed è aumentata la quota di prestiti bancari inesigibili, mentre le sofferenze hanno raggiunto il 14,7%. Il rapporto deficit-Pil, infine, si attesta al 10,6%, superando il 9% previsto.

Nonostante questo scenario da incubo, “è previsto che durante il 2013 possa iniziare una ripresa“, sostiene ancora la Banca centrale ellenica, sottolineando che questo porterebbe a un numero inferiore di licenziamenti, mentre l’inflazione dovrebbe mantenersi moderata. 

La Grecia ha appena ricevuto il via libera dell’eurogruppo a un nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro, in cambio di nuovi impegni sul risanamento dei conti e sulle riforme. Oggi il premier Lucas Papademos si è detto fiducioso su un avvio di ripresa “entro la seconda metà” del 2013 e ha assicurato che la Grecia procederà in ogni caso sul percorso di aggiustamento concordato in cambio degli aiuti internazionali, anche dopo le imminenti elezioni. 

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