Il Toro prende possesso delle Borse con uno scatto a sorpresa che cancella, ad ogni latitudine, una serie di sedute negative. In Asia accelera Tokyo (+1,4%), che sembra aver digerito senza problemi i commenti del governatore Kuroda contro i rischi di un nuovo calo dello yen. A spingere i rialzi nel resto dell’area sono stati i tagli del tasso di sconto in Nuova Zelanda (-2,6% la valuta kiwi) ed in Corea, dove il costo del denaro è sceso all’1,50%, minimo storico.
Tempo di rialzi anche a Wall Street, trascinata dall’attesa di un accordo sulla Grecia: l’indice Dow Jones è avanzato circa dell’1,4%, così come il Nasdaq, mentre l’S&P 500 è salito circa dell’1,2%. A trainare i rialzi sono stati i finanziari (Goldman Sachs +%) ed il settore tech. In evidenza Netflix +3,75% dopo il via libera allo split delle azioni. Il vento della riscossa ha preso a soffiare nel pomeriggio dall’Europa, depressa da quattro sedute consecutive di ribasso.
MILANO BORSA LEADER, LONDRA METTE IN VENDITA RBS
A Milano, l’indice Ftse Mib è salito del 2,5%, un soffio sopra Francoforte (+2,4%). Parigi ha guadagnato l’1,7%. Londra +1%. In serata il Cancelliere allo Scacchiere David Osborne ha annunciato l’intenzione di avviare la vendita della Royal Bank of Scotland, oggi in carico al Tesoro britannico per 32 miliardi di sterline. La cessione si farà anche in perdita pur di evitare, ha proseguito Osborne, ulteriori danni ai contribuenti.
GRECIA, ACCORDO PIU’ VICINO GRAZIE ALLA MERKEL
La scintilla del rialzo è partita da una nota dell’agenzia Bloomberg: due funzionari tedeschi hanno dichiarato che Angela Merkel sarebbe disposta a sbloccare i prestiti alla Grecia purché Atene si impegni su una sola delle riforme finora sollecitate dai creditori internazionali per arrivare a un’intesa. Non è molto, ma è già qualcosa anche perché non è piovuta in serata alcuna smentita. S&P, intanto, ha retrocesso i titoli greci al livello di junk.
I duellanti sono impegnati a dimostrare che ce la stanno mettendo tutta per raggiungere un accordo in tempo per siglare la pace al vertice Ue del 18 giugno che si terrà nella piana di Waterloo, a due secoli dalla battaglia che cambiò il volto dell’Europa.
ALLARME EMERGENTI DALLA BANCA MONDIALE
Intanto i riflettori dei mercati sono puntati sugli Usa in attesa dell’ultima raffica di dati macro (su tutti l’andamento dei consumi privati, ma anche iscritti alla disoccupazione ed andamento delle scorte) prima della riunione della Fed del 16-17 giugno che fornirà indicazioni più precise sui tempi del rialzo dei tassi. Il cambio di rotta, intanto, già incide sugli Emergenti, in evidente frenata. Un report della Banca Mondiale ha sottolineato ieri che i Paesi in via di sviluppo sono alle prese con “una frenata strutturale” destinata a durare per i prossimi anni e dovranno così cedere il ruolo di motore della crescita alle economie più mature, a partire dagli Stati Uniti.
BUND OLTRE L’1%, BTP AL 2,24%. OGGI L’ASTA
Giornata di gradi fibrillazioni sui mercati monetari. E rendimenti in crescita un po’ ovunque, compresi i T-Bond decennali Usa saliti oltre la barriera del 2,5%. Ma è in Europa che la febbre dei titoli di Stato ha provocato questi effetti. Il Bund tedesco (10 anni) ha segnato nel corso della seduta i nuovi minimi di periodo a 148,23 per poi rimbalzare a 149,5 punti. Di conseguenza, il rendimento ha oltrepassato la soglia psicologica dell’1% per la prima volta dal Settembre 2014. A metà aprile era stato toccato il minimo storico di 160,7 per un rendimento dello 0,075. Bill Gross, che aveva definito la bolla del Bund “un’occasione secolare per vendere con profitto” ha avuto ragione da vendere.
Analogo il percorso del Btp: il rendimento del decennale ha chiuso al 2,24%, dal 2,28% precedente. In giornata il rendimento era salito fino al 2,36%. Lo spread non rivela tensioni particolari tra Paesi “core” e “periferici”. Lo spread non rivela tensioni particolari tra Paesi “core” e “periferici”: la forbice Italia – Germania rimane stabile intorno ai 133 punti base.
In questa cornice sono partite le aste di metà mese. Il Tesoro italiano ha collocato ieri 6,5 miliardi di euro di Bot a un rendimento dello 0,061%, in risalita rispetto a 0,027% dell’sta di metà maggio. Oggi saranno messi in vendita tra 4,5 e 6 miliardi di Btp a tre, sette, 15 e 30 anni: l’importo non è particolarmente pesante ma l’offerta coincide con una fase delicata del mercato, complicata anche dalla concomitanza con l’analoga asta spagnola (tra 5 e 6 miliardi).
PETROLIO IN RIPRESA. LA SAIPEM PURE
Prosegue il rialzo del petrolio: dopo avere guadagnato martedì il 3,4%, il Brent sale di un altro 0,5% a 65,2 dollari al barile, Wti a 60,7 dollari (+0,9%). A Piazza Affari si sono messi in risalto i titoli petroliferi. Eni è salita del 3,4%, Tenaris +3,2%. Saipem (+2,7%) riduce le perdite subite martedì (- 7%).
Raymond James ha confermato sul titolo la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 16 euro spiegando che il cane a sei zampe non ha motivo di cedere il 20% della controllata al Fsi a prezzi così bassi o di favorire un aumento di capitale (al solo scopo di deconsolidare il debito: il rischio è di incrementare conflitti di interesse e i problemi di corporate governance con il restante 57% degli azionisti).
Da segnalare nel comprato elettrico il balzo di Enel (+2,1%) e di Telecom Italia (+3%), sempre più vicine a collaborare per realizzare insieme la rete in fibra ottica per la banda larga. Terna si muove in rialzo dell’1,5% a 4,20 euro. Dalle comunicazioni a Consob emerge che la Banca Centrale della Cina (People’s Bank of China) è entrata con il 2% del capitale, l’operazione risale al 3 giugno.
BERNSTEIN SCOMMETTE SUL RALLY DELLE BANCHE ITALIANE
A giudicare dalla performance del comparto del credito, sembra che il mercato premi il rimbalzo dei tassi. Il rally è stato guidato da Intesa (+ 3,6%) davanti a Unicredit (+2,5%). A detta di Bernstein l’attuale aumento dei rendimenti dei titoli di Stato italiani non avrà un impatto rilevante per entrambe le banche, destinate ad avvantaggiarsi per le imminenti riforme sui crediti deteriorati. Non saranno intaccati nemmeno i piani sul dividendo preannunciati da Carlo Messina.
Fra le banche popolari fa anche meglio Banca Pop.Milano (+3,8%): il mercato premia la scelta degli advisor per la trasformazione in spa ed eventuali “merger”. Ubi +4,2%, Mediobanca +2,5%. Nel gestito denaro su Anima holding (+5,8%). Equita Sim e Mediobanca Securities hanno confermato sul titolo la raccomandazione rispettivamente a buy e ad outperform.
GOLDMAN. GRAZIE ALL’ALFA IL TITOLO FCA PUO’ SALIRE A 20 EURO
Fiat Chrysler (+1,7% a 13,80 euro) consolida i guadagni i nel pomeriggio. Goldman Sachs ha deciso di confermare ieri Fca nella Conviction Buy List, ritoccando il target price a 20,10 euro da 19,88 euro precedente. Si tratta del prezzo obiettivo più elevato tra i 30 fissati dagli esperti censiti da Bloomberg. Il target price medio è a 14,80 euro.
Tra le ragioni del giudizio viene sottolineato il potenziale di valorizzazione dei marchi, a partire da quello di Alfa Romeo che potrebbe valere da solo 4,8 miliardi di euro, oltre al valore inespresso di Ferrari. Secondo gli analisti americani, FCA rimane uno dei titoli migliori per giocarsi la carta della concentrazione nel settore Automotive.
Salgono anche Cnh Industrial (+2,4%) e Prysmian (+1,7%). Rialzo più contenuto per Finmeccanica (+1%). StM -0,2%.
LUSSO SUPERSTAR. VOLANO LE VENDITE DI FERRAGAMO
Nel comparto del lusso, dopo i ribassi degli ultimi giorni, brillano Yoox (+5,7%) e Moncler (+4,1%). Ferragamo sale del 3,2% a 27,30 euro. “Stiamo vedendo numeri straordinariamente positivi con una crescita a doppia cifra in tutte le grandi città turistiche italiane”, ha detto ieri l’ad Michele Norsa citando, oltre Milano (che beneficia del’effetto Expo), anche Roma, Firenze, Venezia. “Negli ultimi 60 giorni è ulteriormente aumentata”. Il titolo ha perso circa il 20% dai massimi storici toccati ad aprile. Bene anche Luxottica (+2,8%), Tod’s (+1,65%) e Brunello Cucinelli (+1,13%).
BENE MEDIASET. TRIMESTRALE RECORD PER OVS
Migliora anche la raccolta pubblicitaria. Se ne avvantaggia Mediaset (+2,2%) trainata dalla presentazione del palinsesto tv. L’ad Pier Silvio Berlusconi ha confermato che il gruppo è interessato a ipotesi di collaborazione con le società di tlc.
La miglior dinamica dei consumi è confermata dalla brillante trimestrale di Ovs (+6,5%), salita a 5,20 euro, nuovo massimo dalla quotazione. HSBC ha ribadito il Buy, ritoccando il target price a 5,50 euro da 5,20 euro.