Il ministro delle finanze Tsakalotos ha annunciato il raggiungimento, dopo mesi di trattative, di un accordo preliminare – che sarà ratificato nell’Ecofin del prossimo 22 maggio – fra la Grecia ed i suoi creditori dell’area-euro e del Fondo monetario internazionale. L’intesa, incentrata su un pacchetto di riforme, sbloccherà l’esborso della seconda tranche di aiuti che rientra nello schema di salvataggio internazionale.
Dure le misure concordate, che Atene dovrà tradurre in legge: taglio medio alle pensioni del 9% entro il 2019, aumento del limite di esenzione fiscale ridotto a 6000 euro dagli attuali 8636 euro, oltre a riforme del mercato del lavoro e dell’energia. Le misure mirano ad ottenere i fondi necessari per pagare i debiti scadenti a luglio per 7,5 miliardi di euro.
Obiettivo delle riforme è raggiungere risparmi pari al 2% del Pil; se Atene superasse i target richiesti, potrà mettere in atto politiche che puntano a ridurre l’austerità, sopratutto in materia fiscale.
Il Fmi – che si aggiunge ai creditori sovrani di Atene – ha chiesto alla Grecia di raggiungere un surplus pari al 2,2% nel 2018 e del 3,5% nel periodo 2019-2021. Successivamente, l’obiettivo di surplus dovrebbe scendere all’1,5% l’anno.
Soddisfatto il commissario agli affari esteri Ue, Pierre Moscovici: “L’accordo raggiunto ad Atene e’ molto positivo dopo mesi di negoziati complessi: i nuovi sforzi concordati dalle autorità elleniche aprono la strada per una rapida conclusione della seconda verifica del programma e la rapida attuazione degli impegni permetteranno all’Eurogruppo di sottoscrivere l’intesa alla prossima riunione”.