La crisi del grano è arrivata a un punto di svolta: oggi Russia e Ucraina firmeranno un accordo a Istanbul che consentirà il trasporto del grano ucraino attraverso il porti del Mar Nero attualmente bloccati dalla marina militare russa. È la prima intesa tra Mosca e Kiev dall’inizio della guerra, lo scorso 24 febbraio. All’appuntamento nella capitale turca sarà presente anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. L’annuncio dell’accordo è arrivato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, grande mediatore dell’intesa.
“L’accordo sull’esportazione di grano, di fondamentale importanza per la sicurezza alimentare globale – ha affermato Ibrahim Kalin, portavoce del leader turco – sarà firmato a Istanbul sotto gli auspici del presidente Erdogan e del segretario generale dell’Onu Guterres insieme alle delegazioni ucraina e russa”.
Cosa sappiamo dell’accordo Russia-Ucraina
Non sono stati resi noti i dettagli del piano, ma Rustem Umerov, membro della delegazione di Kiev per i negoziati, ha precisato che le spedizioni potrebbero riprendere da tre porti controllati dall’Ucraina: Odessa, Pivdennyi e Chornomorsk.
La settimana scorsa, sempre a Istanbul, Russia e Ucraina avevano concordato un piano provvisorio che prevedeva controlli congiunti delle navi in partenza e in arrivo nei porti del Mar Nero e un meccanismo per garantire la sicurezza delle rotte di trasferimento. Inoltre, nella capitale turca dovrebbe essere istituito un centro di coordinamento per la spedizione delle esportazioni con la supervisione di funzionari delle Nazioni Unite oltre che turchi, russi e ucraini.
Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha accolto positivamente l’accordo, ma ha anche sottolineato che Mosca sarà ritenuta responsabile dell’applicazione del piano.
Bloccati 25 milioni di tonnellate di cereali
Secondo le stime, circa 25 milioni di tonnellate di grano e altri cereali sono bloccate nei porti ucraini, cosa che ha già innescato una crisi alimentare mondiale. Secondo Coldiretti, la ripresa delle esportazioni del grano ucraino può salvare dalla carestia i 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per mangiare.
“Tra i più dipendenti dalle esportazioni cerealicole russe e ucraine – comunica l’associazione – ci sono l’Egitto, che importa il 70% dei cereali dai porti del Mar Nero, il Libano con circa il 75% e lo Yemen con poco meno del 50%. E la situazione non è molto diversa in Libia, Tunisia, Giordania e Marocco”.
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