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Gran Bretagna, effetto Olimpiadi: il Pil torna a crescere nel terzo trimestre (+1%)

Saranno anche costate 12 miliardi di sterline (oltre 14 miliardi di euro), che in tempi di crisi non sono pochi, ma come era stato previsto le Olimpiadi di Londra 2012 (disputate dal 27 luglio al 12 agosto) iniziano a portare i primi benefici.

Gli economisti avevano infatti pronosticato un giro d’affari indotto da 5,33 miliardi di sterline nel prossimo triennio, e proprio oggi Bloomberg scrive che grazie alla vendita dei biglietti olimpici e all’aumento dei servizi generato dall’evento il Pil della Gran Bretagna è tornato a salire nel periodo luglio-settembre dopo due trimestri consecutivi in recessione (non accadeva dal 1975), compensando tutte le perdite dell’ultimo anno e tornando allo stesso livello di 12 mesi fa.

Si tratta infatti di una crescita non banale, la più alta degli ultimi 5 anni per i sudditi della regina Elisabetta: +1%, secondo quanto rilevato dall’Ufficio nazionale di statistica, che supera persino le previsioni degli analisti economici (+0,6%) e quelle ancora più ottimistiche della stessa Bloomberg (+0,8%). Appena la notizia è stata diffusa, la sterlina ha guadagnato nei confronti del dollaro: viene ora scambiata a 1,6118 dollari (+0,5% rispetto a ieri), mentre il rendimento a 10 anni dei titoli di Stato è salito di 9 punti base a 1,94%.

Nel dettaglio i servizi, che costituiscono circa il 75% del Pil, sono cresciuti dell’1,3% trascinati dall’imponente opera di rinnovo infrastrutturale messa in atto nella City non solo per i Giochi, ma guardando anche al futuro di un’area metropolitana che mette in movimento ogni giorno 12 milioni di persone e deve fare i conti con la sostenibilità ambientale. La vendita dei biglietti delle gare avrebbe anche lei contribuito a 0,2 punti percentuali del Pil, mentre la produzione industriale è migliorata dell’1,1%, miglior dato da oltre due anni a questa parte.

Ma ovviamente le Olimpiadi non possono risolvere tutti i problemi. “La ripresa è lenta e incerta”, ammonisce il governatore della Banca d’Inghilterra Mervyn King, mentre più morbido è il commento del Chancellor of the Exchequer George Osborne: “C’è ancora molta strada da fare, ma questi dati dimostrano che siamo sulla strada giusta: l’economia sta guarendo”.

Già, perché se da un lato l’economia della Gran Bretagna continua a perdere il 3,1% dal picco del primo trimestre del 2008, è altrettanto evidente che dal terzo trimestre del 2010, ovvero da quando il governo Cameron è salito al potere, il Pil è cresciuto complessivamente dello 0,6%. Ed è altresì vero che i dati pubblicati oggi hanno anche visto un ridimensionamento del calo del prodotto interno lordo nel secondo trimentre dal -0,7% inizialmente riportato al -0,4%, che l’inflazione è ai minimi da tre anni, che le vendite al dettaglio aumentano più del previsto e che la disoccupazione è scesa dall’8,1 al 7,9%.

Il Regno Unito è dunque il primo Paese del G7 a rendere noto il risultato del terzo trimestre, e tutto questo a soli 15 giorni dall’importante decisione della Banca centrale, che deve sciogliere la riserva se interrompere o prorogare il suo programma di stimolo da 375 miliardi di sterline.

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