“Come ci possiamo definire? Siamo in un certo senso il passo carraio del sistema sanitario”. Parla così Fausto Manzana, presidente ed amministratore delegato di Gpi, il gruppo che fin dalla nascita, 30 anni fa, si è impegnato a combinare la tecnologia e le tecniche di gestione più avanzate per metterle al servizio del mondo della Sanità. Un compito complesso e delicato ma anche sotterraneo, perché non è facile far emergere il buon andamento di servizi solo all’apparenza semplici ma di cui si parla solo quando non funzionano. Come vale, per esempio, per l’attività dei call center specializzati che in materia di sanità vanno affidati a personale competente, o per i servizi di prenotazione delle visite che, quando gestiti in maniera ottimale, permettono di cancellare i tempi morti tra un paziente e l’altro, riducendo le code con grande risparmio di tempo a vantaggio del pubblico e del personale sanitario.
Di queste attività (e di molto altro) si occupa Gpi, multinazionale tascabile, quotata sul Mercato telematico di Piazza Affari dalla fine del 2018 (dopo un rodaggio di due anni all’Aim), che dispone di più di 40 presidi in Italia e di una rete internazionale in continua espansione, “anche perché questo ci permette di diversificare il rischio – commenta Manzana – Basti dire che la media dei tempi di incasso è di 15 giorni in Europa contro i 180 in Italia”. Ma la crescita oltreconfine, come in Italia, è anche la conferma di un’eccellenza scientifica e tecnologica, che si sviluppa su più direttrici, dai sistemi di automazione della logistica farmaceutica alla gestione dei centri di trasfusione e le banche del sangue.
Il sistema di gestione del magazzino messo a punto da Gpi, adottato anche dalla farmacia dell’AKH, l’Ospedale generale di Vienna (il quinto d’Europa con 10 mila dipendenti e 2.200 posti letto), funziona con una tecnologia d’avanguardia: una pinza viaggia a 5 metri al secondo pilotata via wireless con un picking estremamente preciso. A oggi sono più di 200 le installazioni in farmacia oltre a 20installazioni di magazzini ospedalieri in Israele, Svizzera, Austria, Russia, Polonia, Messico, Arabia Saudita, Cina oltre, naturalmente, all’Italia dove Gpi detiene un altro record: dai 1.147 dipendenti del 2015 ai 5.850 di oggi, grazie anche all’ingresso di nuovi collaboratori a seguito dell’avviamento dell’appalto di Regione Lazio (competenza ASA Care). Un piccolo esercito in costante espansione composto da specialisti del software ma anche da infermieri e altri addetti del settore sanitario perché la missione di Gpi, attiva in tutta la Penisola da Nord a Sud, consiste nel tradurre nel linguaggio quotidiano della sanità i vantaggi della tecnologia come ha rilevato un report di Akros: “Il modello Gpi – si legge – è unico, sia in Italia che all’estero, per le dimensioni della gamma di prodotti e servizi, dall’IT ai programmi di sostegno della Sanità”.
Dal punto di vista finanziario il gruppo, che ha registrato nei primi sei mesi un aumento dei ricavi a 110,5 milioni di euro (+18%, legati esclusivamente alla crescita organica, realizzati con 1. 900 dipendenti), punta a realizzare a fine 2019 un giro d’affari di 230 milioni di euro con un ebitda margin del 14%, confermando così, anche in un anno di transizione (“i nostri progetti, visti i tempi della sanità, richiedono anni per tradursi in risultati: i tempi medi per l’assegnazione di un appalto sono di tre anni”), leader sul mercato interno che, sottolinea il presidente Manzana, “è da difendere perché è tra i migliori del mondo”. E se lo dice lui, presente all’estero con sette filiali dirette, c’è da crederci.