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Governo, Siri: oggi Conte ne chiede le dimissioni in Cdm

Il Presidente del Consiglio toglierà l’incarico al sottosegretario leghista accusato di corruzione – Salvini non potrà evitarlo, ma la rappresaglia è già pronta

Governo, Siri: oggi Conte ne chiede le dimissioni in Cdm

È arrivato il giorno del giudizio per Armando Siri, il sottosegretario leghista ai Trasporti indagato per corruzione. Dopo un tira e molla durato settimane – con il Movimento 5 Stelle che chiedeva le dimissioni incontrando il rifiuto della Lega – oggi si svolgerà la riunione del Consiglio dei ministri in cui il capo del Governo, Giuseppe Conte, proporrà la revoca delle deleghe a Siri. Lo aveva annunciato la settimana scorsa lo stesso Presidente del Consiglio.

Del resto, l’assetto istituzionale italiano prevede che il numero uno dell’Esecutivo nomini i sottosegretari, sia responsabile delle loro azioni e abbia anche il potere di rimuoverli. Gli basta accordarsi con il ministro competente (in questo caso il grillino Danilo Toninelli) e “sentire” il Consiglio dei ministri prima di portare il decreto di revoca al presidente della Repubblica per la firma. Il voto del Cdm è possibile, ma non è previsto, né in alcun modo vincolante per il Presidente del Consiglio.

Matteo Salvini, che peraltro non disporrebbe nemmeno della maggioranza in Cdm, non ha quindi alcuna possibilità di salvare Siri. Per il leader della Lega si prospetta così una sconfitta inevitabile, ma – secondo alcuni retroscena – la ritorsione sarebbe già pronta.

Già 15 fa i sottosegretari economici Garavaglia e Bitonci hanno consegnato al ministero dell’Economia il progetto di legge sulla flat tax, comprese le ipotetiche coperture finanziarie. Conte ha già annunciato nei giorni scorsi che, per “tenere i conti in ordine”, la tassa piatta non si potrà inserire nella prossima manovra di Bilancio, e probabilmente è proprio su questa opposizione che vuole giocare Salvini. Il progetto sarebbe di usare lo scontro sulla flat tax come grimaldello per sostituire il Presidente del Consiglio, o, più verosimilmente, per tornare alle elezioni in autunno.

Davanti alle telecamere, per il momento, Salvini nega: “È evidente che con il M5S ci sia una spaccatura, e non solo su Siri, ma l’ultima cosa di cui hanno bisogno gli italiani è una crisi”.

Quanto al Movimento 5 Stelle, i grillini contano di trare un vantaggio elettorale dall’ondata giudiziaria delle ultime settimane. Un sondaggio citato da Luigi Di Maio darebbe la Lega sotto il 30% e il Ms% tra il 23 e il 24%. Con un distacco così ridotto, sperano i grillini, a Salvini non converrebbe far cadere il governo dopo le europee.

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