Superato lo scoglio della fiducia e archiviato il rincaro Iva (“non c’è più niente da fare”, ha sentenziato il ministro del Tesoro), il prossimo appuntamento nell’agenda del Governo è quello con la legge di Stabilità, che dovrà essere approvata nelle prossime settimane. Il cuore di quella che una volta si chiamava finanziaria “sarà la riduzione del cuneo fiscale per le imprese e per i lavoratori – ha assicurato ieri il premier Enrico Letta intervenendo alla Camera –. C’è assolutamente bisogno di un segnale chiaro nelle buste paga degli italiani. Anche le imprese devono ricevere un segnale sulla convenienza ad assumere”.
L’ostacolo principale, come sempre, è quello dei saldi. Il taglio del cuneo sarà probabilmente finanziato con una nuova sforbiciata alle agevolazioni fiscali. Le preoccupazioni sul fronte dei conti pubblici sono però di portata generale: l’Esecutivo deve riportare il deficit 2013 entro i limiti del 3% (ad oggi i calcoli parlano del 3,1), per evitare che Bruxelles apra una nuova procedura d’infrazione nei nostri confronti. L’obiettivo dovrebbe essere centrato grazie all’aumento degli acconti Ires e Irap, oltre a un ennesimo rincaro delle accise sulla benzina.
I limiti imposti alla finanza pubblica mettono in forse anche il nuovo intervento sull’Imu sulla prima casa annunciato nei mesi scorsi. La cancellazione prima rata è stata già sterilizzata, ma per la seconda è molto probabile che non ci sia nulla da fare. Eliminare l’acconto di metà dicembre costerebbe 2,4 miliardi: risorse quasi impossibili da reperire se la priorità viene concessa al rientro del deficit. Su questo fronte, è verosimile che il Governo si limiti ad alleggerire l’imposta per i ceti più deboli.
Quanto alle altre misure da inserire nella legge di Stabilità, alcune spese sono inderogabili: 300 milioni per la cassa integrazione in deroga, 260 per le missioni di pace, 120 di compensazione Imu per i Comuni e 200 per l’immigrazione.
Intanto, ieri Letta ha annunciato al Sentato che Carlo Cottarelli è stato scelto come commissario per la spending review. Dal 2008 Cottarelli è direttore del Dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale. Laureato in Economia presso l’Università di Siena e la London School of Economics di Londra, è poi entrato nel dipartimento Ricerca di Bankitalia, dove tra il 1981 e il 1987 ha lavorato nella divisione settore monetario e finanziario.