Il Quirinale raffredda le tensioni, Renzi cambia passo e i rischi di crisi di governo si allontanano. Almeno per ora. ” Macchè crisi”dice l’ex premier raccogliendo l’invito alla moderazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“L’episodio della Commissione Affari Costituzionali del Senato è grave e antipatico e non resterà senza conseguenze ma non possiamo tornare al linguaggio della Prima Repubblica. La parola crisi di governo non la vogliamo sentire pronunciare e non la vogliamo utilizzare come fanno Ncd e Mdp” aggiunge Matteo Renzi in riferimento alla clamorosa bocciatura del candidato del Pd alla presidenza della Commissione Affari Costituzionali del Senato che resta uno snodo cruciale per la prossima legge elettorale e che sarà occupata, salvo nuove sorprese e grazie all’appoggio delle opposizioni, dal senatore siciliano Salvatore Torrisi, a sua volta sconfessato dal segretario del suo partito (Ap), il ministro Alfano, che non è riuscito a ottenerne le dimissioni ed è rimasto con il cerino in mano.
E’ proprio sul terreno della legge elettorale che Renzi prova a rilanciare chiedendo polemicamente a chi ha eletto Torrisi alla guida della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama di fare una proposta. Per la verità di proposte di riforma elettorale ce ne sono anche troppe in Parlamento ma il problema è trovare una maggioranza che ne approvi una in coerenza con le indicazioni della Corte Costituzionale che ha parzialmente bocciato l’Italicum e la strada è tutt’altro che facile.
Non si può escludere che il fuoco continui a covare sotto la cenere, ma per ora il Governo Gentiloni è salvo anche se, con i problemi che attraversa l’Italia in una congiuntura internazionale piena di tensioni, non potrà accontentarsi di tirare a campare.