Proroga di sei mesi per i bonus fiscali su ristrutturazioni edilizie e interventi per l’efficienza energetica degli immobili, taglio ai rimborsi elettorali per i partiti. Questi gli argomenti principali discussi stamattina in Consiglio dei ministri.
Sul versante fiscale, il problema è come sempre quello delle coperture. Per questo sembra probabile che il Governo alla fine scelga di prorogare fino a fine anno soltanto il bonus del 55% sull’efficienza energetica (come anticipato ieri dal ministro Flavio Zanonato all’assemblea di Confindustria), lasciando invece immutato quello del 50% sulle ristrutturazioni, che scadrà quindi a fine giugno. Al momento l’Esecutivo ha trovato solo gli 80 milioni necessari al primo intervento. Per il secondo ne servirebbero altri 120. Troppi. A quanto pare non ci sarebbe spazio nemmeno per un’altra misura allo studio del ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi, ovvero l’incentivo per l’acquisto di cucine e mobili da parte delle giovani coppie.
Difficile che il Governo riesca a trovare le risorse per queste misure, anche perché il premier Enrico Letta ha chiesto di dare la precedenza ai due miliardi di euro che servirebbero a bloccare l’aumento automatico dal primo luglio della terza aliquota Iva (che passerebbe dal 21 al 22%). Il tutto senza compromettere la chiusura della procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese, che Bruxelles dovrebbe annunciare a giorni.
Quanto al secondo fronte d’azione, quello dei soldi ai partiti, ieri Letta è stato chiaro: “La politica deve recuperare credibilità e l’intervento non sarà contro i partiti, ma a favore di essi – ha detto anche lui di fronte alla platea degli industriali –. Non fare nulla, non rispondere alla domanda di sobrietà che arriva dall’opinione pubblica, sarebbe un suicidio. Vorrebbe dire alimentare l’avversione dei cittadini verso la politica e favorire i movimenti populisti che cavalcano l’antipolitica. Solo l’autoriforma della politica può salvare la politica”.
Le informazioni più sicure riguardo ai contenuti della riforma sono quelle anticipate mercoledì dal ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, che davanti alle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato ha parlato di “quattro pilastri”. Il primo si ferma all’etica, sottolineando l’importanza di principi come “sobrietà e trasparenza”. Il secondo invece stabilisce che “il rimborso delle spese sostenute in campagna elettorale” avvenga solo “a fronte di documentazione idonea. Basta con il finanziamento a pioggia”. Il terzo riguarda la sostituzione “dell’erogazione diretta di denaro ai partiti con la fornitura di servizi, in ogni caso in cui ciò sia possibile”. Il quarto pilastro prevede infine l’incentivazione dei contributi dei cittadini attraverso forme di sgravi fiscali.
Sul testo della riforma è al lavoro da qualche giorno il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi. Oggi il Cdm inizierà ad esaminare il provvedimento, che dovrebbe vedere la luce entro giugno.