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Governo, occhi su Stellantis e Unicredit. Tavares in Parlamento e Orcel: “La sede della banca resta in Italia”

Imagoeconomica

L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, è atteso in audizione in Parlamento l’11 ottobre, dove potrà fornire un quadro dettagliato sulla produzione del gruppo in Italia. Questo annuncio arriva poche ore prima di un voto bipartisan a Montecitorio che riguarda proprio Stellantis: nel giorno, cioè, in cui la Camera è chiamata a votare le mozioni della maggioranza di centrodestra e delle opposizioni, che chiedono a gran voce un incontro urgente con i leader dell’ex Fiat, John Elkann e l’ad Tavares, per chiarire il futuro del piano industriale e dei posti di lavoro, soprattutto ora che si avvicina uno sciopero generale indetto dai sindacati. La mozione, sostenuta in un sorprendente slancio bipartisan, evidenzia la grave crisi che attanaglia il settore automobilistico.

Il governo italiano, tuttavia, tiene d’occhio anche un’altra questione delicata: la potenziale fusione tra Unicredit e Commerzbank, con particolare attenzione al futuro della sede e degli uffici centrali del possibile nuovo gruppo. Nonostante le trattative siano ancora nelle fasi iniziali e Unicredit abbia smentito un eventuale trasferimento in Germania, il tema continua a destare sensibilità nell’esecutivo di Giorgia Meloni, pronto a intervenire, forte delle norme sul golden power, per evitare che si consumi una manovra indesiderata.

Parlamento, Tavares in audizione l’11 ottobre

Il Parlamento chiama e Stellantis non si tira indietro. “La complessa congiuntura internazionale ed europea in cui si trova il settore dell’Automotive richiede risposte rapide, frutto anche dell’interlocuzione fra tutte le realtà del settore coinvolte.” In questo panorama turbolento, il gruppo sottolinea il suo impegno a mantenere aperto il dialogo con le istituzioni, dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato dal ministro Adolfo Urso, fino al Parlamento. “Il contributo e la volontà di dialogo e di confronto di Stellantis è costante,” afferma la nota del colosso automobilistico.

Dopo diverse discussioni con il presidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo, Alberto Luigi Gusmeroli, Carlos Tavares si prepara a prendere la parola in Commissione l’11 ottobre alle ore 13. Con la sua presenza, il ceo di Stellantis offrirà un quadro chiaro sulla produzione automobilistica del Gruppo in Italia, tema cruciale dell’audizione.

Non è certo un periodo d’oro per l’industria automobilistica: lunedì 30 settembre si è rivelato disastroso per le aziende del settore in Borsa, sollevando interrogativi su ciò che sta accadendo nel mondo dell’auto europea. A complicare ulteriormente la situazione del colosso italo-francese, la chiusura fino a novembre dello stabilimento di Mirafiori a Torino. Questa situazione di crisi ha fatto riemergere voci insistenti su una possibile fusione tra Stellantis e Renault, un’operazione che potrebbe ridisegnare il panorama dell’industria automobilistica europea.

Stellantis al centro del dibattito parlamentare

Oggi in Parlamento si discuteranno quattro mozioni. La prima è stata presentata da Matteo Richetti (Azione), seguita da quella di Chiara Appendino e di altri deputati del Movimento Cinque Stelle. Tra le proposte c’è anche quella di Marco Grimaldi (Alleanza Verdi e Sinistra), mentre la maggioranza ha una mozione unica guidata da Gianluca Caramanna (Fratelli d’Italia). I toni sono seri: ci sono preoccupazioni per le conseguenze di una caduta drastica della produzione e per il profit warning che ha fatto crollare le azioni di Stellantis. Tuttavia, oggi il titolo Stellantis registra un aumento dello 0,63% in Borsa.

Il governo richiede al management di Stellantis di chiarire gli impegni assunti con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, ponendo particolare attenzione al numero di lavoratori che hanno lasciato gli stabilimenti italiani, per verificare se tali dinamiche rientrano nel piano di sviluppo industriale. Inoltre, la mozione dei pentastellati sottolinea l’importanza di avere un piano finanziario solido per sostenere la joint venture Automotive Cells Company (ACC), in particolare per il progetto della Gigafactory a Termoli. Appendino e i suoi colleghi chiedono anche che Stellantis riporti in Italia la progettazione e la produzione di nuovi modelli, mantenendo l’impegno di produrre un milione di veicoli.

Unicredit vuole spostarsi in Germania?

Se a Berlino si inizia a sudare freddo per la possibilità che una delle banche più influenti del Paese possa finire in mani straniere, il Governo italiano si pone interrogativi sulle offerte che Unicredit potrebbe presentare allo Stato tedesco per convincerlo della bontà dell’operazione, inclusa l’ipotesi di trasferire la sede del nuovo gruppo in Germania. Questa preoccupazione è stata espressa da alcuni esponenti dell’Esecutivo italiano, tra cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. D’altronde, si sta già valutando di trasferire la sede di Commerzbank da Monaco di Baviera a Francoforte, il cuore pulsante della Borsa tedesca. Ma il ceo Orcel rassicura: “Finché sarò io a dirigere la banca, la nostra sede rimarrà in Italia.”

Come è andato il primo incontro tra Unicredit e Commerzbank?

Le voci relative al possibile “trasloco” della sede in Germania sono emerse mentre le due dirigenze si incontravano per la prima volta in una chiamata da remoto, venerdì 27 settembre. L’incontro è stato descritto come “costruttivo e ricco di possibilità” da chi ha seguito da vicino la situazione. Nonostante i ceo Andrea Orcel e Bettina Orlopp (recentemente designata al posto di Manfred Knof) non siano entrati nei dettagli dell’operazione, l’atmosfera sarebbe stata positiva e priva di tensioni, trapela dai rumors. Secondo Bloomberg, Orlopp ha ribadito la strategia di indipendenza della banca tedesca, ma ha espresso la volontà di mantenere aperto il dialogo con il nuovo azionista di maggioranza, che controlla una quota potenziale del 21% di Commerz. Orcel, dal canto suo, ha insistito sull’importanza di un approccio collaborativo: “È stato il classico incontro periodico che ha una banca con un investitore finanziario che, appena entrato, vuol capire come vanno le cose, al di là delle indicazioni ufficiali dei bilanci. Una riunione conoscitiva, cordiale che non ha affrontato temi strategici tra noi e loro, del resto abbiamo già detto che siamo soltanto azionisti e che vogliamo un dialogo con tutti gli stakeholder come la stessa Commerzbank” avrebbe commentato al termine della riunione il top manager, stando a quanto riporta Il Messaggero.

Fonti finanziarie suggeriscono che Unicredit potrebbe esplorare diverse opzioni per un accordo, come la fusione della controllata Hvb in Commerz, mantenendo così la quotazione alla Borsa di Francoforte. Nel frattempo, nonostante i messaggi d’apertura, in un videomessaggio inviato martedì al personale in occasione del suo primo giorno (ufficiale) nel ruolo di amministratrice delegata, Orlopp ha ribadito che Unicredit “potrebbe volere di più” e che la sua partecipazione nella banca tedesca “non è stata una nostra scelta“.

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