Luigi Di Maio e Matteo Salvini avanzino pure tutte le indicazioni che vogliono sulla nomina del Presidente del Consiglio del nuovo governo M5S-Lega ma alla fine sarà il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a scegliere e a decidere. E’ stato lo stesso Presidente della Repubblica a ricordarlo con un avvertimento molto secco e molto netto ai leader dei due partiti che hanno trascorso il pomeriggio al Pirellone di Milano per cercare un accordo di governo, che ha fatto passi avanti sul programma ma che deve proseguire domani e forse oltre ma soprattuitto non ha ancora risolto il problema dei problemi e cioè chi debba guidare il nuovo Esecutivo.
Mattarella, che ha commemorato Luigi Einaudi a Dogliani, si è rifatto proprio al suo predecessore per sottolineare che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica il potere di scegliere il Presidente del Consiglio e i principali ministri e ha ricordato che nel ’53 Einaudi ignorò l’indicazione di governo della Dc di De Gasperi, che aveva appena vinto le elezioni, e scelse autonomamente Pella come Presidente del Consiglio. Quindi niente sconti e nessun dubbio sulla collocazione internazionale ed europea: su questo Mattarella è molto determinato.
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La strada del nuovo governo resta dunque in salita, anche per il costo che rischia di avere il programma. Se si sommano i 45-50 miliardi di euro della flat tax, i 17 miliardi del reddito di cittadinanza, gli 11 miliardi del solo primo anno per l’aggiustamento della legge Fornero sulle pensioni e i 12 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, il programma economico del nuovo governo rischia di passare alla storia come il più costoso della storia della Repubblica, sfiorando la somma record di 100 miliardi.
Domani alle 10 e 30 le delegazioni del Movimento Cinque Stelle e della Lega si ritrovano al Pirellone per stringere sul programma ma sul negoziato pesano due incognite: il secco avvertimento di Mattarella sulla scelta del nuovo Presidente del Consiglio e gli effetti imprevedibili della riabilitazione politica di Sergio Berlusconi