L’inasprirsi del conflitto internazionale in Siria spinge il Presidente della Repubblica ad accelerare la ricerca di un governo dopo il voto del 4 marzo e dopo le consultazioni di ieri al Quirinale delle forze politiche, che hanno confermato veti e controveti, con la rocambolesca coda polemica di Silvio Berlusconi, che ha incoronato Matteo Salvini leader del centrodestra ma gli ha rubato la scena ribadendo il suo niet a un l’accordo con Di Maio.
Berlusconi non vuole le nozze con i Cinque Stelle, Di Maio non vuole accordi con Berlusconi, Salvini chiude le porte al Pd, ma allora come se ne esce?
Dopo le ultime consultazioni di oggi, il Presidente Mattarella potrebbe decidere di imprimere una svolta alla crisi politica scegliendo una delle opzioni che sono attualmente sul suo tavolo per formare un governo.
1. PRE-INCARICO A GIORGETTI
La prima opzione prevede un pre-incarico al leghista Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini ma apprezzato da tutti per le sue doti di grande mediatore e per il suo profilo istituzionale e moderato: il fatto che lo stesso Salvini a sorpresa gli abbia risparmiato la presidenza della commissione speciale (affidata all’altro leghista Molteni, d’intesa con Di Maio) può essere un buon indizio del fatto che Giorgetti venga considerato una buona carta da spendere nelle trattative per la formazione del nuovo governo.
2. INCARICO ESPLORATIVO A CASELLATI
La seconda opzione in mano a Mattarella prevede un incarico esplorativo alla seconda carica dello Stato e cioè alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, berlusconiana di ferro ma votata alla presidenza di Palazzo Madama anche dai Cinque Stelle per poter portare Roberto Fico alla presidenza di Montecitorio.
3. INCARICO A UNA PERSONALITÀ SUPER PARTES
La terza ipotesi in campo è quella più intrigante ma non necessariamente più fattibile e cioè l’incarico a una personalità super partes (un ex presidente della Corte Costituzionale?) che dia un governo all’Italia in un momento di grave tensione internazionale senza aspettare le elezioni regionali in Friuli e in Molise. Un’ipotesi del genere dovrebbe ricevere i voti in Parlamento sia del centrodestra che dei Cinque Stelle ma potrebbe indurre anche il Pd e forse lo stesso Matteo Renzi a entrare in scena con un atteggiamento parlamentare più duttile rispetto alla semplice opposizione.
Le prossime ore o il fine settimana alle porte potrebbero spingere il Capo dello Stato a rompere gli indugi.