Incarico conferito e accettato con riserva. Dopo un incontro insolitamente lungo, durato quasi due ore, il presidente Sergio Mattarella ha dato l’atteso incarico al professor Giuseppe Conte per provare a formare il nuovo governo: quest’ultimo, come vuole la prassi, ha accettato con riserva. Dovrà prima trovare la convergenza su una squadra di ministri da sottoporre al Capo dello Stato (il giro di consultazioni inizia subito, domattina alle 8), e in seguito ricevere la fiducia delle due Camere. Uscendo dal colloquio, Conte ha fatto un intervento di quattro minuti davanti ai giornalisti, esprimendo da un lato la totale fedeltà al programma concordato e condiviso dalla maggioranza che lo ha suggerito come presidente del Consiglio, aggiungendo espressioni enfatiche come “sarò l’avvocato difensore del popolo italiano”, dall’altro però attenendosi a quanto probabilmente raccomandato da Mattarella, confermando “la collocazione europea e internazionale dell’Italia”.
“Il programma – ha dichiarato il premier incaricato – sarà basato sulle intese intercorse tra le forze politiche di maggioranza. Col presidente abbiamo parlato della fase impegnativa e delicata che siamo vivendo e delle sfide che ci attendono. E sono consapevole della conferma della collocazione europea e internazionale dell’Italia. Il governo dovrà cimentarsi da subito con i negoziati in corso, dal bilancio europeo al diritto d’asilo al completamento dell’unione bancaria. È mio intendimento impegnare a fondo l’Esecutivo su questo terreno costruendo alleanze opportune e operando affinché l’operazione di tuteli e rifletta gli interessi nazionali. Il Paese giustamente attende la nascita di un Esecutivo e attende risposte. Sarà il Governo del cambiamento”.
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Nei prossimi giorni dovrebbe dunque, salvo sorprese, nascere il nuovo governo M5S-Lega, con una squadra di ministri ancora in corso di definizione ma che dovrebbe rispettare le previsioni delle ultime ore: non è ancora del tutto tramontata la candidatura del professor Paolo Savona all’Economia, per la quale insistono sia il Movimento 5 Stelle sia – soprattutto – la Lega. In alternativa è pronto Giorgetti della Lega, già sottosegretario in pectore. I due leader si dividerebbero così: Matteo Salvini al Viminale e Luigi Di Maio al super ministero del welfare e dello sviluppo economico. Nelle ultime ore si era parlato anche di un coinvolgimento di Roberto Maroni nel nuovo esecutivo, ma l’ipotesi non pare più essere attuale.
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