Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno in serbo candidati segreti e per certi versi sorprendenti per Palazzo Chigi, ma non scoprono le carte. Per due ragioni: primo perché devono ancora mettersi d’accordo tra di loro e poi perché sanno che l’ultima parola spetta al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che non farà sconti in materia e pretenderà profili affidabili sul piano europeo ed internazionale.
Dopo una domenica di trattative a Milano, i due leader hanno chiamato ieri il Quirinale, avvertendo il Segretario Generale, Zampetti, di essere pronti a riferire ad horas al Presidente Mattarella l’esito del negoziato per la formazione del Governo.
Ma il rebus dei rebus riguarda la candidatura del premier. Sarà tecnico o politico? Ieri Di Maio, che non ha ancora perso la speranza di arrivare a Palazzo Chigi, anche a costo di grossi sacrifici sulla distribuzione dei ministeri e sul programma, ha detto senza mezzi termini che il candidato sarà un politico. Ma una scelta del genere si scontra con veti e controveti, perché né Lega né Cinque Stelle vogliono cedere e all’ipotesi Di Maio la Lega ha subito contrapposto quella di Giancarlo Giorgetti, il braccio destro di Salvini.
Ecco perché non è affatto scontato che il candidato sia davvero un politico e ieri si è tornati a battere la pista dei tecnici di rango, anche se tra i nomi circolati nei giorni qualcuno s’è già defilato come l’ex Rettore della Bocconi, Guido Tabellini. Ma soprattutto la Lega ha proseguito anche ieri i suoi sondaggi riservatissimi che potrebbero rivelarsi decisivi nelle prossime ore. I veri candidati tecnici ancora in pista non sono più di un paio.
Se Salvini e Di Maio troveranno la quadra sul premier insieme al Presidente della Repubblica, il governo Lega-Cinque Stelle potrebbe nascere velocemente, ma le incognite restano. Restano sulla figura del premier e restano, in minor misura, sul programma che è definito nelle linee guida ma richiede ancora approfondimenti in alcuni passaggi chiave.
La giornata di oggi potrebbe perciò rivelarsi cruciale: o il Governo subito o un possibile altro giro di consultazioni sul Colle. I primi a presentarsi al Quirinale saranno i pentastellati, attesi per le 16.30. Alle 18.00 toccherà invece alla Lega.