Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, medita di affidare oggi a Elisabetta Casellati, presidente del Senato e in quanto tale seconda carica dello Stato, l’incarico esplorativo per tentare di risolvere la crisi politica dopo 44 giorni dalle elezioni e valutare se sia possibile formare un governo dopo lo stallo determinato dai veti e controveti delle principali forze politiche.
Malgrado la sua chiara identità politica, fortemente berlusconiana, l’ipotesi Casellati viene vista con favore sia dalla Lega di Matteo Salvini che dai Cinque Stelle di Di Maio che temevano che, anziché un incarico esplorativo, il Capo dello Stato potesse essere tentato di andare a vedere le carte fino in fondo e di affidare proprio a uno dei due leader un vero e proprio pre-incarico che avrebbe rischiato di bruciare subito sia Salvini che Di Maio.
Il mandato alla Casellati, che in partenza assomiglia a una mission impossibile, deve essenzialmente verificare se esistano o no le condizioni per dar vita a un governo formato dagli schieramenti politici che hanno raccolto i maggiori consensi elettorali e cioè dalla coalizione del centrodestra e dal movimento Cinque Stelle.
Appena riceverà il mandato, la presidente del Senato si metterà subito al lavoro e avvierà le consultazioni con le forze politiche che, nelle intenzioni del centrodestra e soprattutto della Lega, dovrebbero addirittura scavallare le elezioni regionali del Molise del 22 aprile e quelle del Friuli Venezia Giulia del 29 aprile. Ma il sondaggio della Casellati, nel caso accertasse l’impossibilità di far cadere i veti contro Berlusconi e Forza Italia da parte dei Cinque Stelle e perciò l’impossibilità di far nascere un governo centrodestra-M5S, potrebbe servire anche a verificare se il Pd sia o no disponibile a fare la sua parte in altre ipotesi, come nel caso di un governo di tregua o un governo istituzionale, per la cui presidenza sta spuntando la figura super partes dell’ex giudice costituzionale Sabino Cassese, dopo un preventivo incarico esplorativo al Presidente della Camera pentastellato, Roberto Fico.
Ma il percorso della crisi è ancora lungo e può riservare altre sorprese, anche se il Quirinale ha fatto sapere con chiarezza che prima delle elezioni europee della primavera del 2019 è impensabile sciogliere di nuovo le Camere.