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Governo, è crisi. Salvini: “Subito al voto”

Imagoeconomica

Il dado è tratto. La notizia era nell’aria da almeno 24 ore, adesso è ufficiale: la maggioranza non c’è più, la crisi è aperta. A decretarlo è stato Matteo Salvini che vuole ridare quanto prima la parola agli elettori. “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori“, ha detto il vicepremier, rompendo gli indugi dopo un’ora di colloquio con Giuseppe Conte, nel corso del quale ha comunicato al premier la propria linea.

La crisi però sarà parlamentare: Conte non andrà al Colle chiedendo al presidente Sergio Mattarella di sciogliere le Camere, ma si presenterà in Parlamento per un confronto che sa tanto di resa (scontata) dei conti. E che lo scontro lasci presagire tempi e modi più complicati del previsto, lo si è capito intorno alle 11 della notte quando il premier Giuseppe Conte ha deciso di rispondere a quello che è ormai diventato un avversario politico, con una dichiarazione in diretta video nella sala stampa di Palazzo Chigi. Il senso delle parole di Conte è questo: Salvini vuole capitalizzare il consenso; venga a spiegare in Parlamento perché vuole interrompere bruscamente l’esperienza di governo. Non spetta a lui convocare deputati e senatori. Basta con gli slogan mediatici: il mio governo ha lavorato, non era in spiaggia.

“Venga in Parlamento a spiegare perché  vuole la crisi.” E poi:  “Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe personalmente non considero il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico ma la vera essenza della nostra forma di governo e in particolare di una democrazia parlamentare”.

“Spetterà a Salvini, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese – continua Conte – e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo portano a interrompono bruscamente” l’azione di governo. “In Parlamento a tutti gli italiani dovremo dire la verità e non potremo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche e slogan mediatici”, aggiunge.

“Le vacanze – aveva detto il leader della Lega – non possono essere una scusa per perdere tempo e i parlamentari (a meno che non vogliano a tutti i costi salvare la poltrona) possono tornare a lavorare la settimana prossima, come fanno milioni di Italiani”. Già nel pomeriggio il premier Conte era andato al Colle, probabilmente per informare il Capo dello Stato dello stato dell’arte, mentre la Lega ha dunque optato per la linea dura: niente rimpasto e niente agonia.

Ma sulla via della crisi, e soprattutto sulle modalità e la tempistica, si pianta ora Conte: “Venga in Parlamento – dice in nottata – a spiegare perché  vuole la crisi.” E poi:  “Come ho già chiarito nel corso della mia informativa resa al Senato sulle inchieste russe personalmente non considero il confronto tra governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico ma la vera essenza della nostra forma di governo e in particolare di una democrazia parlamentare”. Quindi la crisi sarà parlamentare e sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a decidere quando convocare le Camere: se a Ferragosto, come Salvini ha chiesto nel comizio notturno da Pescara – o nella settimana successiva, cioè non prima del 19-20 agosto.

“Spetterà a Salvini, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese – ha proseguito Conte – e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo portano a interrompono bruscamente” l’azione di governo. “In Parlamento a tutti gli italiani dovremo dire la verità e non potremo nasconderci dietro dichiarazioni retoriche e slogan mediatici“, aggiunge.

“Farò in modo che questa crisi sia la crisi più trasparente della storia repubblicana. Mi riservo di contattare i presidenti di Camera e Senato  per permettere alle Camere di tornare a riunirsi. Il passaggio dovrà svolgersi davanti ai parlamentari che sono i rappresentanti delle Nazione e di tutti  i cittadini. Trasparenza e cambiamento sono stati i valori di questo Governo e vigilerò perché siano rispettati fino all’ultimo giorno”. Infine “Questo governo non era in spiaggia. Non permetterò più di alimentare la narrativa di un governo che non opera»

Cosa succederà adesso lo deciderà presumibilmente il presidente Mattarella con i presidenti di Camera e Senato che non a caso sono stati sentiti giovedì pomeriggio dal Quirinale. Passaggi dei quali Mattarella deve avere parlato con Conte nell’ incontro “informativo” del pomeriggio. La Lega e Salvini faranno pressione per andare al voto al più presto (si è parlato del 13 ottobre come prima finestra possibile). E sullo sfondo incombe la manovra economica per il 2020.

(Articolo aggiornato alle 23:41 di giovedì 8 agosto 2019)

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