Giuseppe Conte rischia di diventare il secondo premier bruciato nel giro di qualche ora. Solo che, rispetto a quanto accaduto la settimana scorsa a Giulio Sapelli, stavolta la beffa potrebbe essere clamorosa perché il suo nome ieri ha addirittura varcato la soglia del al Quirinale, proposto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini al Presidente, Sergio Mattarella, come premier designato.
Ma le polemiche odierne sul curriculum del giurista pugliese e le perplessità quasi unanimi su un “tecnico” alla guida di un Governo politico, chiamato ad attuare un programma sul quale non ha messo bocca, potrebbero allungare i tempi dell’incarico o addirittura farlo tramontare. In base alle ultime indiscrezioni sull’odierno incontro tra i due leader infatti, alla fine potrebbe tornare in auge, per l’ennesima volta, il nome di Luigi Di Maio, cioè di un candidato realmente politico alla guida di Palazzo Chigi. Ma sul capo politico pentastellato bisognerà superare il veto di Salvini.
Il Quirinale continua a prendere tempo per riflettere ma soprattutto per cercare di riportare l’intera vicenda all’interno delle norme costituzionali. Se Mattarella, che avrà l’ultima parola sulla nomina, alla fine deciderà di conferire l’incarico, come prevede la Carta costituzionale, chiederà a Conte di scrivere un suo programma di governo. Sarà quel testo e non il contratto firmato tra Di Maio e Salvini ad affrontare il giudizio del Colle prima e del Parlamento poi.
Lo stesso vale per i ministri che dovranno essere discussi tra il premier incaricato il presidente della Repubblica. A tale proposito sembra perdere quota la candidatura di Paolo Savona, noto per le sue posizioni euroscettiche, alla guida del ministero dell’Economia dove potrebbe invece approdare il braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti.