Cancellare le Province dalla Costituzione e sostituirle con i “Collegi delle autonomie”. E’ questo il prossimo obiettivo del governo Letta, che stamane si riunisce in Consiglio dei ministri per discutere la riforma della Carta.
Dopo che la Corte costituzionale ha bocciato le decisioni in materia prese dal governo Monti con il decreto Salva-Italia e con un altro decreto ad hoc (addio all’elezione diretta di presidente e consiglio provinciale, riduzione e accorpamento degli Enti), è pronto un disegno di legge che mira a cancellare dalla Costituzione ogni riferimento alle Province. Lo ha assicurato ieri Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento.
In parallelo l’Esecutivo lavora alla vera riforma, che vedrà la luce tra una decina di giorni e terrà conto dei rilievi della Consulta. Il testo, che dovrebbe essere composto da 16 articoli, abolirà gli Enti intermedi, sostituendoli con i nuovi “Collegi delle autonomie”, che saranno composti dai sindaci e avranno competenze relative alla pianificazione dell’ambiente, del territorio e del trasporto locale, oltre alla gestione delle strade di competenza. Non ci saranno organi politici eletti: niente presidente, niente giunta, niente consiglio.
Le altre competenze precedentemente gestite dalle Province passeranno ai Comuni o alle Regioni, così come i 57 mila dipendenti provinciali, che nel tempo diminuiranno (ma senza esuberi, basteranno i pensionamenti). I potenziali risparmi si aggirano fra i 700 milioni e il miliardo di euro l’anno, ovvero il doppio di quanto avrebbe garantito la riforma del governo Monti.