Troppa iattanza nella premier Giorgia Meloni nel liquidare i Governi tecnici. Lo sanno tutti che erano un’anomalia della democrazia italiana, incapace in molti tornanti decisivi della sua storia di esprimere governi eletti dal popolo e all’altezza dei compiti che il momento richiedeva. Ma detto questo, l’Italia dovrà per sempre ringraziare i governi tecnici presieduti da Carlo Azeglio Ciampi, da Mario Monti e da Mario Draghi. Hanno avuto il grande merito, ciascuno a modo suo, di salvare l’Italia: senza di loro – se ne faccia una ragione anche la Meloni – il nostro Paese sarebbe finito in bancarotta.
Il Governo Ciampi, voluto dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro anche per garantire la corretta applicazione della nuova legge elettorale, restò in carica tra l’aprile del 1993 e il maggio del 1994 e fu l’ultimo della Prima Repubblica prima del ciclone Berlusconi. Ciampi mise tutta la sua competenza tecnica di Governatore della Banca d’Italia al servizio della lotta all’inflazione e del risanamento economico, di cui l’accordo con le parti sociali del luglio 1993 e l’avvio delle privatizzazioni bancarie furono capisaldi fondamentali.
Mario Monti arrivò invece a Palazzo Chigi il 16 novembre del 2011, voluto dal Presidente Giorgio Napolitano per evitare la bancarotta dopo la disfatta dell’ultimo Governo Berlusconi, bocciato dai mercati (spread a 575 punti) prima ancora che dal Parlamento. Le riforme economiche del Governo Monti, tra cui quella prima dileggiata e oggi inevitabilmente rivalutata di Elsa Fornero sulle pensioni, salvarono l’Italia dal crack. Rimase in carica fino al 28 aprile 2013.
Infine Mario Draghi, chiamato alla guida dal governo dal Presidente Sergio Mattarella all’inizio del 2021 e rimasto in carica fino all’ottobre 2022, ha avuto tre grandi meriti: aver contribuito a sconfiggere la pandemia con la nomina decisiva del Generale Figliuolo, aver riportato l’economia italiana ai fasti del miracolo economico (+12% di Pil in due anni!) e aver ridato grande credibilità internazionale all’Italia.
Per tutte queste ragioni Ciampi, Monti e Draghi meritano l’applauso di tutti gli italiani che non dimenticano e che sanno distinguere la verità dalla propaganda.