La Commissione Ue ha autorizzato l’estensione del processo di vendita delle quattro banche ponte Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria, Nuova Carife e Nuova Carichieti. Ne ha dato notizia lo stesso esecutivo europeo, confermando ufficialmente l’annuncio della decisione di qualche giorno fa.
Come già indicato dal portavoce dell’Antitrust europeo, Bruxelles non ha indicato alcuna data limite entro la quale il processo di vendita dovrà essere concluso. In realtà una scadenza c’è, ma la Commissione non la rivela: “Per proteggere l’efficacia del processo di vendita, resta confidenziale”.
La vendita, sottolinea in una nota la Commissione, “ha lo scopo di massimizzare il valore delle 4 banche ponte minimizzando di conseguenza i costi per i contribuenti e assicurando che non sarà necessario un nuovo aiuto di Stato”.
Intanto, secondo indiscrezioni riportate da Il Sole 24 Ore, il fondo Atlante sta studiando la possibilità d’intervenire sul dossier Good banks, forse in tandem con Ubi, come noto, oppure con il fondo Apollo.
Questa seconda strada si è aperta viste le critiche della Bce su alcune condizioni poteste da Ubi in merito badwill, modelli interni e crediti fiscali. Apollo, inoltre, già in estate si era fatto avanti con un’offerta ai tempi considerata irricevibile.
Le quattro banche ponte, presiedute da Roberto Nicastro, sono state create nel novembre 2015, quando la Banca d’Italia (autorità di risoluzione nazionale) mise sotto risoluzione Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti. Allora Bruxelles approvò l’aiuto di Stato per coprire la differenza tra gli asset trasferiti e le passività e per capitalizzare le banche-ponte, oltre a un aiuto pubblico aggiuntivo nella forma di garanzie.