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Golinelli dona 300 mila euro alla musica

Il filantropo ha donato 270 mila euro al Teatro Comunale di Bologna altri 20 mila per la realizzazione di Bologna Modern, festival per le musiche contemporanee che si terrà dal 14 al 23 ottobre, nella logica del Opificio che porta il suo nome e che punta sulle contaminazioni tra arti visive, musica,scienza e tecnologia – Il calendario del festival bolognese

Golinelli dona 300 mila euro alla musica

Marino Golinelli non smette mai di stupire e soprattutto di sostenere, con un caldo abbraccio, la città di Bologna e la sua cultura. A beneficiare della generosità del filantropo e di sua moglie Paola Pavirani, questa volta è la musica. In primo luogo il Teatro Comunale del capoluogo, cui l’imprenditore regala 270 mila euro per coprire le spese di rifacimento della platea e altri interventi di aggiustamento e recupero del prestigioso tempio cittadino dell’Opera. Come strumento giuridico sceglie un Trust, “una cassaforte di cristallo – sostiene Golinelli – sotto il diretto controllo del Teatro, che consente di raccogliere fondi da istituzioni pubbliche e private e da cittadini. La donazione, oltre a essere trasparente e ‘rendicontabile’, è vincolata allo scopo stabilito e qualsiasi procedura amministrativa risulterà veloce poiché ogni attività gestionale è in capo al Trust, senza allungamenti burocratici. Ci auguriamo  che molti altri dopo di noi si attivino per sostenere il Teatro Comunale, sapendo di poter utilizzare questo strumento e ricevere le stesse garanzie che hanno rassicurato noi”.

La generosità di Golinelli e di sua moglie non si ferma qui: altri 20mila euro, a titolo personale, sono stati donati per la realizzazione di BOLOGNA MODERN, festival per le musiche contemporanee, progetto del Teatro Comunale di Bologna, con il sostegno dell’associazione Musica Insieme. La cultura è uno dei cavalli di battaglia di Golinelli, un fattore determinante per lo sviluppo economico, sociale e spirituale di una comunità.

Le contaminazioni fra arti visive, musica, scienza e tecnologia sono all’ordine del giorno anche del grandioso progetto dell’Opificio, fucina di conoscenza per giovani e insegnanti voluta da Golinelli e dove sono confluite tutte le attività della Fondazione che porta il suo nome.

“Per noi è doveroso sostenere la cultura in genere – dice il filantropo, parlando sempre anche a nome della moglie Paola-  in questo caso la musica. Siamo convinti che le arti siano strumenti fondamentali per l’educazione, la formazione e la crescita degli uomini e delle donne a tutte le età, a tutte le latitudini, in tutte le culture”.

Nell’occasione Golinelli invita anche il sindaco Virginio Merola, presidente della Fondazione Teatro Comunale, a una collaborazione sempre più strategica fra pubblico e privato in ambito culturale, come prevede il suo programma di mandato. Cultura come elemento che può cucire gli strappi sociali e contrastare la diseguaglianza e il degrado. Il Teatro Comunale a Bologna è in zona universitaria, da oltre 30 anni territorio sottratto alla città e appannaggio di vari gruppi di giovani e meno giovani, non sempre raccomandabili. “Anche per questo – aggiunge Golinelli – l’anno scorso abbiamo sostenuto la realizzazione di bagni pubblici vicini al Teatro”.  L’obiettivo è di essere belli dentro, ma anche fuori e di includere piuttosto che escludere, accogliere invece di giudicare. 

“Il nostro contributo personale – aggiunge – è dunque da intendersi in senso più ampio: nelle nostre intenzioni è un contributo a tutta la città. Sia le periferie sia il centro hanno bisogno di una visione condivisa e di un’azione programmatica di lungo periodo”.

Nelle intenzioni degli organizzatori c’è voglia di parlare ai giovani anche  con la rassegna “Bologna Modern. Contemporanee”, festival dedicato interamente alle musiche del nostro tempo, pagine sinfoniche dei più celebri compositori di oggi, da Sciarrino a Rihm, alcune prime italiane e quattro brani in prima assoluta, concerti jazz e di popular music; in programma anche un’opera multimediale e una serie di eventi collaterali. Saranno dieci giorni all’insegna delle melodie più innovative, dal 14 al 23 ottobre, al Comunale e all’Arena del sole.

L’ossatura del festival è costituita da quattro concerti sinfonici affidati all’Orchestra del Comunale in cui saranno proposte opere significative di importanti autori della contemporaneità, tra i quali György Kurtág, Giacinto Scelsi, Toshio Hosokawa, Georg-Friedrich Haas, Friedrich Cerha, Salvatore Sciarrino, Franco Oppo, John Adams, Wolfgang Rihm e Carlos Roqué Alsina. Quest’ultimo eseguirà in prima assoluta il suo Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra (14 ottobre), commissionato dalla Regia Accademia Filarmonica di Bologna; prime esecuzioni anche per gli italiani Alberto Caprioli (15 ottobre), Paolo Perezzani (22 ottobre) e Martino Traversa (19 ottobre). Di particolare significato l’esecuzione della composizione per orchestra Nodas, di Franco Oppo, autore tra i maggiori del nostro tempo, da sempre sostenitore e animatore della vita musicale della sua Sardegna, scomparso all’inizio di quest’anno.

I concerti sono diretti da tre interpreti di primo piano della scena internazionale della musica d’oggi: l’appuntamento inaugurale del 14 ottobre è affidato a Nikolaj Znaider, al cui fianco ci sarà una violinista di primo piano come Arabella Steinbacher per il Concerto “Alla memoria di un angelo” di Alban Berg.

Marco Angius, già apprezzato al Comunale nelle recenti produzioni di opera contemporanea come Il suono giallo e Luci mie traditrici, è protagonista dei concerti del 15 e del 19 ottobre. A Tonino Battista, fra i maggiori specialisti italiani di questo repertorio, è affidato il concerto del 22 ottobre.

Il programma concertistico di Bologna Modern è completato da due straordinari eventi curati dalla Fondazione Musica Insieme: il 17 ottobre, prima e unica data italiana, è in scena David Krakauer, il più grande clarinettista klezmer vivente, nonché eccellente sperimentatore delle nuove vie del clarinetto contemporaneo, con il suo gruppo Ancestral Groove.

Il 23 ottobre, unica data italiana del tour europeo, si potrà ascoltare il trio di all-star del nuovo jazz con Jack DeJohnette (batteria, pianoforte) e due figli d’arte, Ravi Coltrane (sassofono) e Matthew Garrison (basso elettrico), reduci dalla realizzazione di “In Movement”, acclamatissimo disco per l’etichetta ECM.

Infine un titolo di teatro musicale del nostro tempo: Conversazioni con Chomsky 2.0 del catanese Emanuele Casale (in scena il 20 e il 21 ottobre all’Arena del Sole) opera multimediale dedicata al dialogo con il grande linguista, filosofo, teorico della comunicazione statunitense, che ha partecipato direttamente alla realizzazione del progetto di Casale. Un’opera che pone questioni importanti sulla realtà sociale e politica del nostro tempo a testimonianza della funzione del teatro musicale nella nostra società di oggi come possibile forma di riflessione e discussione sui grandi temi della contemporaneità. La regia e i video sono di Fabio Scacchioli, la direzione d’orchestra di Yoichi Sugiyama e della straordinaria e poliedrica voce di Diana Torto.

A chiusura del concerto del 23 ottobre del Trio DeJohnette Coltrane Garrison il foyer Respighi del Teatro Comunale ospiterà (ore 23.00-2.30) un dj-set in collaborazione con roBOt; protagonista l’eclettico musicista Henry Wu: jazzista, dj con una particolare predilezione per i dischi in vinile e la musica techno, riassorbe e rielabora funk, soul, jazz, deep house, in uno stile che rimanda a Moodymann e a George Clinton.

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