È Canadian Open, da oggi a domenica, per i protagonisti del golf mondiale, una sorta di fresco intermezzo fra due piatti sontuosi: l’Open Championship della scorsa settimana e il Pga Championship della settimana prossima. Schiacciata fra due eventi mostruosamente importanti, la gara, che si disputa al Glen Abbey Golf Club di Oakville, in Ontario, vanta in ogni caso molti bei nomi a partire dal numero uno del mondo Jason Day, che è anche campione in carica. L’australiano arriva all’appuntamento in uno stato di forma modesto, ma cercherà il suo swing migliore, in vista del major della settimana prossima dove difenderà di nuovo il titolo conquistato nel 2015.
Oltre a Jason Day in Ontario troviamo il numero due del mondo Dustin Johnson e poi Jim Furyk, Matt Kuchar, Tony Finau, Graeme McDowell, Ernie Els, Brandt Snedeker, per un totale di 156 atleti provenienti da tutto il mondo. Il montepremi è di 5,9 milioni di dollari, poco più di un milione per il primo e 500 punti Fedex. Il percorso è un par 72 di 6.500 metri circa disegnato da Jack Nicklaus. Un torneo di rodaggio, l’unico sulla piazza a questo livello, poiché questa settimana il tour europeo riposa, dopo i fasti dell’Open in Scozia.
Nell’occasione vale la pena di ricordare lo straordinario spettacolo offerto dal golf la scorsa settimana. Si è trattato del più bel torneo da molti anni a questa parte, una sfida che ha fatto dimenticare persino l’assenza di Tiger Woods. Protagonisti dell’impresa sono stati il vincitore Henrik Stenson e il secondo classificato, Phil Mickelson. Due quarantenni di gran classe e di bravura eccezionale, che si sono affrontati in una battaglia epica.
The Open è stato dominato fin dal primo giorno dal mancino americano, raggiunto e poi superato nei giorni successivi dallo svedese, alla conquista della sua prima Claret Jug. Sabato e domenica Stenson e Mickelson hanno giocato insieme, un testa a testa ricco di continui capovolgimenti e di emozioni indimenticabili. Phil, 46 anni, lottava per conquistare il suo sesto major e il suo secondo Open Championship, mentre Stenson, 40 anni, si batteva per ottenere il suo primo major. È stata una lotta dura, leale, unica, vinta a colpi di bravura e non per gli errori di uno dei due avversari.
Nessuno ha mollato fino alla fine, nessuno ha perso il controllo fisico o mentale della gara, fino all’ultima buca, fino all’ultimo putt. Stenson e Mickelson hanno giocato un golf di gran lunga superiore al resto del field, come raramente capita di vedere e come si può capire semplicemente guardano i risultati: Stenson ha chiuso a -20, un record assoluto, Mickelson -a 17, il terzo classificato, G.B.Holmes, si è fermato a -6.
Speriamo che il prossimo major sia altrettanto stupefacente, purtroppo, ancora una volta, anche senza Tiger Woods. “Tiger sta facendo progressi – dice il suo agente Mark Steinberg – ma non è pronto per il PGA Championship. Nei prossimi mesi continuerà la riabilitazione e cercherà di lavorare sodo per valutare quando ricominciare a giocare nella prossima stagione”. Insomma, per quest’anno, l’argomento si chiude qui.