Il 2015 del golf si chiude con il compleanno di Tiger Woods, che oggi, 30 dicembre, varca la soglia dei 40 anni, archiviando la peggior stagione sportiva della sua vita. Ma il bilancio di 20 anni di carriera, cominciata a livello professionistico nel 1996, è ovviamente, ultra positivo per il campionissimo di Cypress, California: 14 major, 79 tornei sul circuito americano e oltre cento tornei nel mondo, sono un palmares di vittorie che non ha bisogno di commenti. Woods ha sbaragliato molti record, anche se non ha raggiunto i 18 major di Jack Nicklaus e gli 82 tornei vinti di Sam Snead, eppure nell’immaginario di molti e forse nella realtà rimane il più grande campione di tutti i tempi. Sul suo sito in questi giorni compare una bella letterina di Natale, che fa ancora sperare in un suo ritorno sui green, pur dopo tre interventi alla schiena in 18 mesi. Voltandosi indietro Tiger non saprebbe dire se sono passati 5 o 140 anni dal suo primo tee time da professionista, perché l’età del golf è un po’ come quella del cane, ha una doppia misura. Da un lato si tratta di un gioco divertente, che galoppa nel tempo; dall’altra è un impegno mentale senza paragoni in ambito sportivo. Oggi gli orologi da rimettere in sesto per Tiger sono due: quello del fisico, fiaccato dagli acciacchi e quello mentale, che ha bisogno di uno sforzo persino maggiore. Se anche dovesse chiudere qui ha già dato molto al mondo del golf, ma noi vogliamo credere che ricomincerà a ruggire: perciò auguri Tiger e torna presto in campo!
Il 2015 si chiude anche con una favolosa notizia per l’Italia: la Ryder Cup a Roma nel 2022. Una vittoria personale del presidente della FIG Franco Chimenti e di chi ha creduto in lui, dal presidente del CONI Giovanni Malagò al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Dopo i complimenti e l’ubriacatura però ci saranno altre caselle da riempire per tracciare un bilancio di questo successo e la prima domanda cui rispondere sarà: quanto costerà questo gioco? Una cosa è certa: intanto la FIG si è impegnata a fare 12 Open d’Italia sontuosi. Già nel 2016 il montepremi sarà di 3 milioni di dollari, doppio rispetto a quello dello scorso anno; ma dal 2017 e per i 10 anni successivi saranno 7 milioni di dollari, per un totale di 80 milioni. Una vera montagna di denaro per un Open che qualche anno fa stentava a finanziarsi a livelli ben più bassi. La Ryder e il montepremi dovrebbero fungere da calamita per i campioni e per gli sponsor e gran parte del duro lavoro di ricerca è sicuramente è già partito.
Ma ci sono altri tasselli da mettere in questo mosaico: per esempio la fideiussione per centinaia di milioni di euro a garanzia dello svolgimento della Ryder stessa, il restyling del Marco Simone Golf a carico della proprietà, cioè di Laura Biagiotti; mentre sul fronte delle entrate non si possono annoverare i diritti Tv e sponsor della Ryder perché tutto è della Ryder stessa. Quindi il nostro incentivo, anche in soldoni, quale sarà? Insomma sarà interessante fare un bilancio dettagliato di questa partita, che resta comunque una delle più belle che potevamo sperare di vedere.
Il 2016 si annuncia d’altra parte ricco di eventi, uno più avvincente dell’altro, grazie alla rivalità dei nuovi giovani leoni a livello globale: il numero uno del mondo Jordan Spieth (Usa); il numero due Jason Day (Australia); il numero tre Rory McIlroy (Irlanda del nord).
Fra gli appuntamenti da ricordare: le Olimpiadi dove finalmente torna anche il golf dopo 112 anni di assenza. Quelli che vedremo a Rio saranno due normali tornei su 72 buche a colpi, uno per gli uomini e uno per le donne. Sessanta i giocatori per ogni torneo, in base all’Olympic Golf Ranking, frutto dell’Official World Golf Ranking maschile e del Rolex Women’s World Golf Ranking femminile. Il periodo di qualificazione olimpica è cominciato il 14 luglio 2014 e finirà l’11 luglio 2016. I primi 15 golfisti e le prime 15 golfiste saranno qualificati, con il limite di 4 per nazione. I posti rimanenti verranno occupati invece a scalare, secondo l’ordine di classifica, fino a un massimo di due atleti per nazione, purché la nazione non disponga già di due o più atleti nei top 15. Sono qualificati di diritto un golfista e una golfista brasiliani, come rappresentanti della nazione ospitante, mentre ogni continente avrà un golfista per ciascun torneo, se non già qualificato secondo gli altri criteri.
L’Italia dovrebbe portare due atleti, uno dei quali sarà sicuramente Francesco Molinari. L’appuntamento con il golf a Rio è dal 6 al 9 agosto per le donne e dall’11 al 14 agosto per gli uomini.
Il 2016 infine è anche anno di Ryder Cup. Per conciliare i due mega eventi l’appuntamento è stato leggermente spostato in avanti nel calendario: la sfida Europa-Usa si terrà infatti dal 30 settembre al 2 ottobre. Teatro della gara sarà l’Hazeltine National Golf Club, a Chaska, in Minnesota, negli Usa. In questo contesto ritroveremo Tiger Woods, nelle vesti di uno dei vice capitani al fianco del capitano della squadra nordamericana Davis Love III.
Ultima notizia, per finire: i circuiti riprendono la loro normale attività, dopo la pausa natalizia, con due tornei dal 7 al 10 di gennaio. L’European Tour sarà in Sud Africa per l’SA Open a Gauteng, Johannesburg; il PGA riparte dalle Hawaii con lo Hyunayi Tournament of Champions a Plantation Course di Kapalua, Maui.