Sarebbe la nona volta sul podio all’Arnold Palmer Inviational e l‘80esima vittoria sul Pga Tour: Tiger Woods torna in campo oggi, al Bay Hill Club & Lodge, Orlando, Florida per conquistare un titolo dopo quasi 5 anni di digiuno e quattro interventi chirurgici alla schiena. Sembra difficile immaginare che un giocatore, in queste condizioni, a 42 anni suonati, possa ambire alla testa della classifica, eppure Tiger, lo scorso weekend, ha dimostrato di essere tornato in perfetta forma. Nel Valspar Open è arrivato secondo dietro Paul Casey e solo per un colpo ha mancato lo spareggio.
Nonostante i numerosi acciacchi, Tiger è ancora lunghissimo, velocissimo, padrone di sé e della scena. Un vero toccasana per il golf mondiale, che non riesce a fare a meno del suo eroe preferito. Grazie ai pochi tornei giocati il campionissimo è già risalito nella classifica di merito, dove è passato dalla posizione 656 di fine 2017 alla 149. È ancora troppo poco per garantirsi l’accesso al campionato mondiale match play della prossima settimana, ma se va avanti di questo passo Woods non tarderà molto a rientrare nei primi 50 del mondo. A casa dell’amico Arnold, scomparso nel 2016, ha vinto 8 volte su 17 giocate e si spera possa raggiungere un buon piazzamento anche quest’anno.
I riflettori sono puntati su di lui, perché tutti sono pazzi per Tiger, anche se il campionissimo frena: “Vincere qui? Averlo già fatto otto volte non significa che domenica arriverò a nove. Devo continuare a fare tanto lavoro. Nel Valspar ero a un passo dal titolo, ma nel giro finale non ‘sentivo’ i ferri ed è stato determinante. La mia prestazione ha rivelato che continuo a migliorare, che ho sempre maggiore padronanza del mio fisico, che comprendo meglio come muovermi nella maniera giusta. I miei problemi passati erano soprattutto nel gioco corto, perché facevo fatica a chinarmi e avevo dolori lancinanti alla schiena.
Sono entusiasta di vedere come procede bene il lavoro fatto. L’importante è questo. Mi godo il momento, mi diverto e non faccio programmi. MI alleno in maniera diversa, tenendo conto che l’età aumenta. Mi preoccupo soprattutto di stare bene anche il giorno dopo, e sto lavorando perché l’orizzonte, in tal senso, si allarghi a una settimana, a un mese e a una stagione”. Infine il suo vero obiettivo: “L’evento in cui vorrei tornare a vincere? Sicuramente al Masters. Per me ha un fascino speciale e resta nel mio cuore per i ricordi indelebili”.
A Orlando il field è di altissimo livello e comprende, fra gli altri, l’azzurro Francesco Molinari. Difende il titolo l’australiano Marc Leishman, che dovrà vedersela con giocatori del calibro di Rickie Fowler, Patrick Reed, Bubba Watson, Rory McIlroy, Justin Rose, Tommy Fleetwood, Danny Willett, Henrik Stenson, Jason Day, Hideki Matsuyama; Louis Oosthuizen. Il montepremi è di 8,9 milioni di dollari.
Il tracciato del Bay Hill Club & Lodge è un par-72 di 6700 metri circa, con molta acqua. Palmer, prima di comprarlo, lo definì “il miglior percorso in Florida”. Le buche chiave sono la 14, un par tre particolarmente insidioso e la buca 16, un par 5 che i bombardieri possono raggiungere in due colpi, ma accollandosi il rischio di finire in acqua.
Un’ultimissima infine per quanto riguarda Woods. Tiger è stato nominato capitano della squadra Usa per la President’s Cup che si terrà nel 2019 a Melbourne in Australia. Capitano dell’International Team è invece Ernie Els. Entrambi ricopriranno la carica per la prima volta e tutti e due sono stati vice nel 2017. Woods è il capitano statunitense più giovane nella storia della manifestazione e potrebbe decidere di fare anche il giocatore.