“Fenomeno”, “prodigio”, “un giocatore spettacolare”, “il nuovo che avanza”: Matteo Manassero accende la fantasia dei commentatori di golf, perché, a una settimana dalla sua vittoria più importante, è di nuovo in vetta a un torneo, il Nordea Masters di Stoccolma, con un risultato impressionante: -13 in 36 buche. Ottima anche la prestazione di Francesco Molinari, ottavo con -7.
Calmo, grande fairplay, preciso col drive, devastante coi ferri, perfetto sui green, Manassero sembra improvvisamente invincibile, un vero super eroe, un po’ come Rory McIloroy un anno fa. E’ troppo presto per cantare vittoria, davanti ci sono ancora 36 buche, molto golf e clima incerto, con pioggia e vento che possono cambiare le condizioni del campo. Nel firmamento del golf comunque si è accesa una stella e la sua luce sembra destinata a durare a lungo. Tutti i media del mondo parlano del ventenne italiano con ammirazione e interesse.
La statistica anagrafica è quella che piace di più: 3 tornei vinti da teenager, 4 in 3 anni sul tour, il più giovane vincitore del Bmw Pga Championship, il più giovane vincitore sull’European Tour, senza parlare dei record stabiliti da dilettante, perché il buongiorno si vede dal mattino. Due playoff vinti su due disputati, uno dei quali contro un fuoriclasse e vincitore di Major come Louis Oosthuizen. Sono risultati che danno molta fiducia a un golfista e che si depositano dentro di lui come un patrimonio prezioso cui attingere nei momenti di difficoltà. Confronti che raccontano il carattere di Matteo, la sua capacità di tenere a bada le emozioni, di rendere il massimo quando è sotto pressione, come tutti i veri campioni. In questo momento è in palla e fisicamente in forma, ma quello che conta, anche nel golf, è la testa e la sua funziona alla grande.
Nei pronostici è già fra i papabili al podio dello US Open. Il percorso del Merion Golf Club si adatta perfettamente alla sue caratteristiche: non è troppo lungo, necessita di un gioco preciso e di nervi saldi sui green. Il putt di Manassero al momento, centra il bersaglio: sei birdie nelle prime sei buche giocate il primo giorno al Nordea Masters, 8 birdie e un bogey ieri dimostrano che il veronese mette la palla in asta, ma anche in buca. Come diceva papà Woods bisogna insegnare ai ragazzi a giocare a golf “dal green al tee” e i risultati, per quanto riguarda Tiger, si vedono. Oggi si assaporano anche quelli di “Manasso” e siamo solo all’inizio di una carriera.
Dall’altra parte dell’Oceano intanto prosegue il Memorial Tournament, in Ohio, a Muirifield, nel golf club di Jack Nicklaus. Lo scorso anno vinse Tiger, ma in questa edizione il campionissimo non riesce a decollare. Un modesto +1 è il risultato su 36 buche, prossimo al taglio (fissato a +3) con gran timore delle Tv. A metà classifica Tiger è in buona compagnia, appaiato a molti big come Keegan Bradley e Fred Couples. In testa è Bill Haas a -9.
Ennesima prestazione deludente e rischio taglio per Rory McIlory, che in questa stagione non trova la messa in moto. Pesantissimo il primo giro in 78 colpi, tanto che Nicklaus, timoroso di perdere uno dei divi del torneo, ha cercato di dargli qualche consiglio sullo swing. Probabilmente ci sono mille motivi tecnici che spiegano questa crisi, forse qualcuno è anche psicologico. Magari Rory è sazio di soddisfazioni, o è un po’ appesantito dalla montagna di dollari che la Nike ha investito su di lui, forse non regge più l’eccessiva mole di aspettative ad ogni sua apparizione. Il tour però sente la mancanza del suo enorme talento e di un rivale all’altezza di Tiger. Tutti sperano in un improvviso risveglio, magari al Major che arriva fra due settimane.