Bubba Watson ci riprova: il trentaseienne nordamericano conduce il Masters in corso all’Augusta National, Georgia, con un parziale di 137 colpi, – 7 sotto il par, 3 lunghezze dall’australiano John Senden e 4 dal campione in carica, Adam Scott. I giochi sono apertissimi, ma il genio e la sregolatezza di Bubba hanno fatto la differenza nelle prime due giornate. Il mancino ha un gioco perfetto per Augusta, come ha già dimostrando nel 2012 conquistando la sua prima giacca verde: è lunghissimo, è capace di lavorare la palla da qualsiasi angolo del campo, è un fuoriclasse con il putter in mano. La storia, fra l’altro, dimostra che il percorso si adatta bene al gioco dei mancini, visti i numerosi Masters Champion “sinistri” a partire dal 1934. Eppure quest’anno il mancino per eccellenza, Lefty alias Phil Mickelson, non ce l’ha fatta e ha mancato il taglio di un soffio. Il sogno di aggiungere un altro major alla sua collezione, ne vanta 5 (di cui 3 Masters), si è arenato su un parziale di 149 colpi, 5 sopra il par. Troppi errori, anche se concentrati in poche buche, sono stati fatali a Phil che, in assenza di Tiger, era il giocatore più carismatico in quest’edizione. Chi, come lui, ha giocato nel pomeriggio le seconde 18 buche ha dovuto fare i conti con il vento e le sue bizze, con green sempre più veloci. Su questa scia sono andati a casa molti favoriti della vigilia: oltre a Phil, numero 5 del mondo, Sergio Garcia (numero 6), Dustin Johnson (11) e poi Luke Donald, Ernie Els, Victor Dobuisson, Webb Simpson, Charl Schwartzel, Graeme McDowell, Patrick Reed, Angel Cabrera, Jason Dunfer.
Anche Matteo Manassero, dopo una buona partenza, purtroppo si è arenato: 71-81 i suoi parziali, per un totale di 152 colpi, troppi per le ambizioni del giovane campione italiano e per giocare nel weekend. Ce l’ha fatta invece Francesco Molinari, più impreciso nelle seconde 18 buche (71-76), ma in grado di contenere i danni e di trovarsi a +3, in 37esima posizione.
Fra gli europei i migliori in classifica sono il danese Thomas Bjorn e lo svedese Jonas Blixt, un rookie alla sua prima esperienza al Masters. Entrambi sono terzi a -3, pari merito con Scott e il giovanissimo Jordan Spieth, texano, poco più che ventenne, un caratteraccio unito a un grande talento.
Sono in corsa per il podio il grande Fred Cuples, 55 anni, simpatico, talentuoso, bello. “Bum Bum” non vince il Masters dal 1992, ma nelle ultime 4 edizioni è sempre arrivato fra i primi 15. Il suo punto debole è il putt e il risultato di -2, dopo 36 buche, non rende giustizia al suo gioco spettacolare. Menzione d’onore per Jimmy Walker, che non è un whisky dimenticato in cantina, ma un giocatore fiorito all’età di 35 anni. Attualmente è numero uno della Fedex e in stagione ha già vinto tre tornei. Al momento è a 5 colpi dal leader e non sono troppi: Bubba è un campione, ma è anche un autodidatta e può sbagliare tanto. Walker invece sta facendo bene i compiti con il suo allenatore Butch Harmon. A pari merito, sempre a -2, un altro grande vecchio: Jim Furyk, 44 anni.
In tutto i giocatori sotto il par sono solo 14, fra loro altri due europei che stanno vivendo una splendida stagione: lo scozzese Stephen Gallacher, vincitore quest’anno a Dubai e il gallese Jamie Donaldson, entrambi a -1.
A partire da oggi il gioco si fa sempre più duro e non mancheranno le sorprese. Sulla carta i candidati al podio sono Bubba e Adam Scott, che in più vanta un caddie di grande esperienza come Steve Williams, il quale conosce i green di Augusta meglio di chiunque altro, per averli studiati e dominati per anni insieme al su ex datore di lavoro Tiger Woods, Se Scott dovesse ripetere l’impresa 2013 non solo diventerebbe a pieno titolo numero uno del mondo, ma entrerebbe anche nell’esclusivo club di giocatori che hanno vinto il Masters due anni di seguito i cui soci, per ora, sono solo tre: Jack Nicklaus, Nick Faldo e Tiger.
In campo, dopo la dura prova delle prime due giornate, sono rimasti 51 giocatori, fra questi molti “past winners”: Sandy Lyle, 56 anni, vincitore nel 1988; Josè Maria Olazabal, Masters winner nel ’94; Vijai Singh, 51 anni, ex numero uno del mondo, giacca verde nel 2000; Larry Mize, 56 anni, nativo di Augusta e vincitore nel 1987; Bernhard Langer, 57 anni, primo nel 93; Mike Weir, 44 anni, vincitore nel 2003.
Sulla linea del taglio anche uno dei favoriti della vigilia: Rory McIlory, che ha sulle spalle uno score pesante, +4, undici colpi dal leader. Il nord-irlandese è stato particolarmente sfortunato ieri, ma è il giocatore con maggior talento sul tour dopo Woods, chissà che nel weekend non stupisca tutti con effetti speciali.