È successo davvero, non è un sogno. Francesco Molinari ha vinto il 147esimo Open Championship, il major più antico del mondo, il torneo che ogni professionista di golf vorrebbe conquistare. Lo ha fatto a Carnoustie sul percorso più difficile della rosa di nove tracciati in terra britannica su cui si gioca questa gara leggendaria. Lo ha fatto in modo spettacolare, surclassando Tiger Woods, Rory McIlroy, Justin Rose, Jordan Spieth, tutti in corsa per vincere il prestigioso titolo. Lo ha fatto davanti a milioni di telespettatori, a 172mila spettatori dal vivo e a 1390 volontari, in una cittadina scozzese che sembra prendere vita dal golf e dove i diecimila abitanti giocano tutti. Con quest’impresa Molinari, a 35 anni, diventa il primo italiano di sempre a vincere un major ed entra nelle storia. Chicco, come lo chiamano amici e tifosi, è una specie di Ferrari del circuito di golf, un’automobile di lusso made in Italy, che oggi domina la scena internazionale. Probabilmente con questo risultato salirà entro i primi dieci del ranking, ma, per come lo abbiamo visto giocare ultimamente, è sicuramente il numero uno del mondo. Negli ultimi mesi ha vinto un torneo sul tour europeo, uno sul tour americano e un major. Nella altre due gare ha fatto due secondi posti. Incredibile. Ha classe, cuore e testa e persino una laurea in economia nel cassetto, che sicuramente non gli servirà, ma dimostra la grinta di questo piccolo grande uomo, gentile e determinato.
Al Carnoustie Golf Links ha concluso in 8 colpi sotto al par, con quattro giri in 70, 72, 65, 69. È partito per le ultime 18 buche con tre colpi di svantaggio dai primi e giocando in coppia con Tiger che, alla buca 10 era in cima alla classifica e sembrava destinato a vincere il suo 15esimo major. E anche quello, lo ammettiamo, sarebbe stato bello. Poi il fenomeno americano ha avuto due buche critiche, mentre Francesco ha tenuto il ritmo fino alla fine, riuscendo a imporsi con due birdie, l’ultimo alla 18. Un’emozione senza paragoni per i tifosi italiani, perché è vero che Costantino Rocca arrivò a un soffio dal traguardo nel ’95, ma poi perse ai playoff.
Secondi, a due colpi di distanza, si sono piazzati Rose, McIlroy, Kevin Kisner e il giovane Xander Schauffele (23 anni). Quinto Tiger, mentre Spieth, partito da leader, è crollato nell’ultimo giro in ottava posizione.
Dopo aver ringraziato la famiglia e il suo team (gli allenatori, il caddie, il manager) Molinari ha ammesso: “Mi sentivo pronto per questo”. E si è visto, perché è sempre stato padrone del campo e della gara, Quindi ha baciato la Claret Jug, la mitica coppa di The Open, e l’ha sollevata al cielo. D’altra parte su quel trofeo d’argento d’ora in poi resterà inciso per sempre anche il suo nome.