La Ryder Cup a Roma nel 2022 ha già cominciato a produrre i suoi effetti sul turismo: “I green fee stranieri emessi nel 2016 sono il 20% in più rispetto al 2015”. Parola di Maurizio De Vito Piscicelli, responsabile del settore turismo della Federazione Italiana Golf. Spieghiamo, per i non addetti ai lavori, che il “green fee” è il biglietto d’ingresso che si paga per giocare in un campo da golf, pubblico o privato che sia, a meno che non si tratti di club esclusivi, dove si accede solo per invito.
“È un risultato superiore alle nostre aspettative – osserva De Vito Piscicelli – avevamo messo in conto un 5% in più, a partire dal primo Open d’Italia con montepremi di tre milioni di euro. Guardando i risultati 2016 invece abbiamo visto che siamo passati da 500 mila green fee a 600 mila. Un salto sorprendente e che promette faville per il futuro”.
Tutto merito della Ryder? “Non solo – risponde De Vito Piscicelli – ha contribuito a questo exploit anche la situazione internazionale, con il Nord Africa in calo e la Francia penalizzata dal terrorismo. Una spinta positiva è venuta da ‘Italy golf and more’, un progetto di eccellenza del Ministero del turismo, finanziato con 1,2 milioni di euro, che, per la prima volta, consente a 12 Regioni di agire insieme sul settore. La Ryder però è la calamita più forte e funziona in tutti i paesi, come possiamo vedere dai numeri record registrati a cavallo della manifestazione in Irlanda come in Galles”.
Questa sfida biennale Europa-Usa accende la fantasia e la passione di tutti gli sportivi del mondo e, notoriamente, è lo spettacolo più seguito in tv dopo le Olimpiadi e i mondiali di calcio. L’Italia, dopo essersi aggiudicata la manifestazione, nei mesi scorsi ha rischiato di fare una pessima figura a livello internazionale per il venir meno delle promesse garanzie statali. Ora quest’ostacolo sembra superato e le garanzie, per 97 milioni di euro, sono state inserite nel Def. Negli ultimi giorni inoltre la Federazione ha anche siglato un accordo per 40 milioni di euro con Infront Sports & Media società svizzera del Gruppo Wandaper.
In sostanza la Fig ha ceduto a questi specialisti della promozione, il marketing e i diritti commerciali di 129 eventi per 11 anni, comprensivi di 11 edizioni dell‘Open d’Italia, 88 gare dell’Italian Pro Tour e 30 eventi del percorso Road to Roma 2022 che rientrano nel Progetto Ryder Cup 2022. Un buon accordo, che non copre però ancora l’intero ammontare delle spese messe in campo per aggiudicarsi la Ryder. Basti pensare infatti che 11 Open d’Italia, con un montepremi di 7 milioni di dollari ciascuno, costano da soli quasi 80 milioni di dollari (circa 75 milioni di euro al cambio attuale).
Come si coprirà la differenza? La Federazione sembra intenzionata a incrementare il numero dei golfisti. Ogni iscritto paga una tessera federale annua di 75 euro e le cifre da raggiungere non sono impossibili. È vero però che i golfisti sono in calo in tutto il mondo e l’Italia, dopo aver toccato quota centomila iscritti, ha iniziato una parabola discendente. È probabile quindi che i finanziamenti pubblici si renderanno necessari. Una catastrofe? “Sicuramente no” replica De Vito – la Ryder è sempre un guadagno per il paese ospitante.
Facciamo due conti. Solo nel 2016, 100.000 green fee in più al costo medio di 50 euro l’uno hanno portato 5 milioni di euro. A questa cifra dobbiamo aggiungere almeno due pernottamenti in più, al costo medio di 50 euro, vale a dire altri 10 milioni. Si calcola che, in media, le spese per il golf rappresentino il 45% delle spese di un turista con sacca e mazze. Quindi possiamo ulteriormente raddoppiare i nostri conti e arrivare a 30 milioni di euro. Moltiplichiamo questa cifra per dieci anni, che sono il tempo in cui la Ryder dispiega i suoi effetti, e raggiungiamo i 300 milioni di euro. Infine teniamo conto dei 200 mila visitatori attesi nella settimana della gara, al Marco Simone nel 2022. Se stimiamo, per ognuno, una spesa media di mille euro, arriviamo a 200 milioni di euro da aggiungere al nostro totale. In tutto, a spanne, sono 500 milioni, su cui lo Stato incassa tasse e Iva. Non dimentichiamo inoltre che anche i premi per i giocatori sono tassati. Insomma, da questi calcoli, ci si può rendere conto che questo progetto conviene a tutti”.