Il golf si trasferisce in Florida nella prima decina di marzo, per due degli appuntamenti più attesi della stagione prima del Masters: l’Honda classic sul percorso PGA National di Palm Beach Garden e il WGC-Cadillac Championship sul Blu Monster al Doral di Miami. Tre le domande sul tappeto: riuscirà Rory McIlroy a passare da numero due a numero uno del mondo? Ce la farà Tiger Woods a tornare in vetta alle classifiche? Gli americani continueranno a riconquistare terreno sugli europei, dopo aver già messo a segno otto vittorie?
La maratona (72 buche per ognuno dei due tornei) comincia oggi a Palm Beach, dove i giocatori lottano per 5,7 milioni di dollari di montepremi (più di un milione per il primo classificato). Il campo vanta 16 buche su 18 con l’acqua e la gara si accende dalla 15 alla 17, dove c’è la cosiddetta “The Bear trap”, la trappola dell’orso messa a punto dall’ex campionissimo Jack Nicklaus (detto l’Orso d’oro) in occasione di un restayling del percorso. Dopo tante fatiche la gara può precipitare in quel piccolo triangolo e il giocatore finire fatalmente in trappola.
Il nord irlandese Rory McIlroy scende in campo stamattina alle 7,30 locali (13,30 in Italia) per strappare lo scettro all’inglese Luke Donald. E’ un’impresa che Rory poteva centrare anche la settimana scorsa, dopo essersi qualificato per la finale del campionato match play in Arizona. Ma Hunter Mahan, trentenne californiano, gli ha sbarrato il passo, battendolo con un gioco solido ed equilibrato. Rory probabilmente era stanco, perché in semifinale aveva dovuto lottare con il numero tre al mondo, l’inglese Lee Westwood. Comunque in Florida può rifarsi, tanto più che Donald non è a Palm Beach (mentre sarà a Miami) e quindi non accumula punti visto che il tour europeo resta fermo per una settimana.
L’irlandese parte ancora una volta favorito, grazie al suo gioco potente, alla disinvoltura sul putt, alla capacità di recupero e a quel tocco di arroganza che ben si addice a un campione ventenne. Gli avversari sono di tutto rispetto, anche se manca qualche big come Phil Mickelson o Adam Scott. Alla partenza Rory dovrà fare subito i conti con Keegan Bradley, 25 anni, come lui vincitore di un Major nel 2011. Un cattivo cliente, perché Bradley è molto determinato e capace di entrare in trance agonistico e di mettere sotto scacco gli avversari. E’ vero che non si tratta di una gara match play e a Palm Beach quello che conta è lo score di ognuno, ma giocare con qualcuno molto bravo crea ovviamente più tensione.
Il pubblico italiano non vedrà le buche di Rory, perché la diretta su Sky parte alle 21. Potrà gustarsi però un’altra partenza da favola: quella di Tiger Woods, Lee Westwood e Ian Poulter, al primo tee alle 12.30. Si tratta di un nuovo banco di prova per tutti e tre questi grandi giocatori. Tiger partecipa per la prima volta all’Honda Classic, visto che l’unico suo precedente è a 17 anni da dilettante. A fine anno la stella di Tiger è tornata brillare con la vittoria al Challenge Chevron World, ma l’avvio di stagione ha già inflitto nuove lezioni di umiltà al più grande giocatore di tutti i tempi. La prima a Dubai, dove non ha vinto pur partendo in testa al quarto giro, surclassato da Robert Rock, la seconda e sicuramente più bruciante con Phil Mickelson che si è imposto a Pebble Beach, prendendo a Tiger 11 colpi su 18 buche.
Una caporetto che forse ha indotto Tiger a fare ben tre gare di seguito, fra cui l’Honda Classic. Una specie di record per il golfista ancora più sponsorizzato e ricco e che porta soldi, visto che la sua partecipazione ha fatto schizzare le prevendite dei biglietti. I bookmakers credono ancora in Tiger e lo mettono fra i favoriti, subito dietro a McIlroy e alla pari con il numero tre Westwood. I problemi della tigre non sono più di gioco lungo, ma di putt. Tiger non sembra reggere la tensione come un tempo e la sua convinzione si appanna quando la buca è più vicina di 3 metri. Per risolvere i suoi problemi di putt pare che si sia fatto dare qualche consiglio dall’amico e grande golfista Steve Stricker, al termine del WGC-Accenture Match Play, dove è stato mandato a casa da Nick Watney. A partire da stasera vedremo se questi consigli hanno funzionato, il grande golf ha ancora bisogno di Tiger e i tifosi e il pubblico televisivo di tutto il mondo vogliono vederlo in campo.
Westwood non può balzare al primo posto della classifica mondiale in quest’occasione, ma avrà certamente voglia di rifarsi dopo la deludente prestazione in semifinale e nella gara match play per il terzo e quarto posto. Ian Poulter non centra qualche buon colpo da tempo e ha un conto personale aperto con Tiger Woods vederli giocare insieme sarà perciò molto interessante.
Palm Beach sarà una sorta di palestra per Miami, dove la platea di giocatori sarà ancora più ricca. Il vecchio Blu Monster è pronto alla sfida e fra breve forse non sarà più lo stesso. Il Doral Golf Resort & spa è stato comprato nei giorni scorsi da Donald Trump per 150 milioni di dollari (escluso il White Greg Norman) e pare che l’imprenditore abbia deciso di affidare il restyling dei percorsi al golf designer Gil Hanse. Anche i grandi campi invecchiano e soprattutto soffrono la crisi: il Doral era stato pagato ben 501 milioni di dollari nel 2007 da una controllata di Morgan Stanley e ormai stava andando in bancarotta.
Comunque per gli appassionati di questo sport ci sono dieci giorni magnifici davanti. Gli abbonati di Sky potranno godersi lo spettacolo da casa, perché la Tv li trasmetterà entrambi. E’ sicuramente un gradito ritorno per molti abbonati, a digiuno del tour americano da parecchi anni. Nel 2012 invece il golf avrà ampio spazio: 14 i tornei del tour statunitense oltre i 4 major e 30 quelli del tour europeo. Manca purtroppo la voce di Mario Camicia, giornalista pioniere televisivo di questo sport scomparso nei mesi scorsi. Il testimone è stato raccolto dal bravo Silvio Grappasonni, affiancato da Nicola Pomponi e Roberto Zappa.