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Golf, Francesco Molinari svetta in Scozia e scalda i muscoli per il British Open

Francesco Molinari è sempre di più uno dei protagonisti del grande Golf mondiale. Nelle ultime settimane il trentenne campione torinese ha offerto uno spettacolo unico, col suo gioco perfetto ed equilibrato, grazie a uno degli swing più belli del tour. Secondo all’Open di Francia poche settimane fa, Molinari oggi è in cima alla classifica in Scozia con -17 e scalda i muscoli per l’atteso British Open della prossima settimana, il terzo major di stagione, il più antico e blasonato, l’unico che si gioca in Europa, in Gran Bretagna, nella culla del golf. Quello che gli inglesi chiamano semplicemente The Open.

La grande sfida comincia giovedì al Royal Lytham & St. Annes, Lancshire, sulla costa ovest dell’Inghilterra, ma gli appassionati italiani di questo sport si stanno godendo un anticipo di forti emozioni già in questo weekend con Molinari in spolvero allo Scottish Open, in corso al Castle Stuart Golf Links (par 72), a Inverness in Scozia.

Francesco ha preso il comando il primo giorno con una performance straordinaria (-10 sotto al par), è riuscito a non mollare nella seconda giornata, dopo essere incappato in un brutto triplo bogey alla buca 7 (totale 70, -2). Nel terzo giro è partito a -12, in testa, insieme allo svedese Alexander Noren (66 66) e subito ha messo il turbo, infilando una serie di birdie, per chiudere il giro a -5, 17 sotto al par per il totale. Dietro a Francesco il danese Anders Hansen con cui gioca nella quarta giornata. Il più giovane dei fratelli Molinari, “Chicco” per gli amici, è apparso di una regolarità impressionante, benché ancora un po’ incerto sui putt. Il quarto giro dirà se Chicco porterà a casa ancora una vittoria in questa splendida stagione 2012, ma già quello che ha fatto è moltissimo. Dita incrociate anche per Matteo Manassero, speranza azzurra e del golf mondiale coi suoi 19 anni e una sacca piena di grinta. Peccato per un doppio bogey alla 16 e un bogey alla 17 che hanno di fatto allontanato le speranze di partecipare all’Open inglese. Mentre Molinari, numero 28 nel ranking, disputerà sicuramente il British, Manassero dovrebbe piazzarsi almeno quinto allo Scottish e prevalere su un paio di altri giocatori in lizza per conquistare un tee time al St.Annes, un’impresa davvero ardua partendo dalla trentaduesima posizione.

A pochi giorni da “The Open” vale la pena di sognare che il major più major di tutti possa, possa, prima o poi, diventare tricolore. E’ un traguardo che sfiorò solo il grande Costantino Rocca nel 1995: memorabile fu il suo lunghissimo putt in buca alla 18 per portare l’americano John Daly ai play-off. Purtroppo, nello spareggio, fu Daly a prevalere, ma lo spettacolo resta indimenticabile. Da allora nessun italiano si è mai avvicinato tanto a questo traguardo. Vincere un major vuol dire diventare una stella e aumentare vertiginosamente le sponsorizzazioni, ma vincere il British Open significa entrare nella leggenda. Francesco Molinari da mesi vola alto, grazie a un allenamento serio e costante, alla serenità familiare e all’arrivo del piccolo Tommaso. La Scozia è un obiettivo coi fiocchi, ma viene spontaneo guardare già oltre, a Lytham, a un campo insidioso, par 70, preparato per far soffrire anche il più abile dei golfisti. Il compito è arduo perché da giovedì ci saranno tutti i fuoriclasse. In primo luogo Tiger Woods, che la settimana scorsa ha mancato un taglio dopo aver recentemente centrato una nuova vittoria e preso il comando della Fedex. Tiger è numero 4 nel ranking mondiale, niente male per un campione che ancora non ha ritrovato la sua forma al cento per cento. Vuole fortemente conquistare un major anche il numero uno al mondo, l’inglese Luke Donald, che in Scozia però non sta dando il meglio di sé. Sogna il suo primo major l’inglese Lee Westwood (numero tre al mondo), mentre il nord-irlandese Rory McIlroy (numero due) deve ritrovare tutta la sua determinazione per continuare a scrivere bei pezzi di storia di questo sport. In Inghilterra sta arrivando il campione Masters Bubba Watson insieme alla folta schiera di grandissimi giocatori che stanno crescendo e alternandosi ai vertici delle classifiche, come l’ultimo vincitore dello Us Open, Webb Simpson, già numero 5 al mondo. Insomma la platea dei pretendenti è ampia e blasonata.

D’altra parte “the Open” si gioca solo in campi che possono fregiarsi del titolo “Royal” conferito da un sovrano: il British incorona il re del golf ed è come l’oscar per un attore. I commentatori sono convinti più che mai che quest’anno vincerà il migliore, uno in grado di fronteggiare le numerose insidie del percorso, i profondissimi bunker, i venti implacabili. “Una bestia di campo” è stato definito, una belva domata per ben due volte dal mitico e rimpianto Severiano Ballesteros, l’ultima volta nel 1988 con un giro estroso e magistrale. Molinari ha tutte la caratteristiche tecniche per riuscire, alcuni commentatori stranieri si stupiscono che non vinca molto di più, perché da un po’ di tempo è “sempre lì” e questa costanza è più significativa di tanti exploit. Il golf italiano è “piccolo” (centomila giocatori contro 25 milioni negli Usa) ma di gran classe e siamo sicuri che grazie a questo serio ragazzo torinese crescerà e andrà ancora lontano.

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