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Golf, Ernie Els vince il 141° Open Championship, incredibile sconfitta di Scott

Ernie Els si aggiudica il 141° Open Championship, con un fantastico finale, sulle ali di quattro birdie sulle seconde nove buche. Big easy torna alla vittoria, addirittura nel grande slam e aggiunge il quarto major alla sua collezione.

Il grande giocatore sudafricano chiude il giro in 273 colpi, -7, con un determinante birdie alla buca 18 del Royal Lytham & St Annes Golf Club, Lancashire, costa ovest dell’Inghilterra. Ma oltre ad un vincitore The Open 2012 annovera uno sconfitto: Adam Scott.

Il trentaduenne australiano ha in mano il torneo fino alla 15. A 4 buche dalla fine domina ancora a -10 e può vincere con una certa tranquillità. I suoi inseguitori si sono, più o meno, “suicidati”, travolti dai bunker e dal vento del temibile links inglese. Tiger Woods incappa in un triplo bogey alla buca 6 e non riesce più a impensierire i vertici della classifica. Graeme McDoweel non entra in palla e continua a perdere colpi, così come Snedeker, sorretto comunque da uno splendido gioco sui green. Scott sembra non avere rivali, anche se Els, 43 anni, risale parecchie posizioni grazie ai birdie alle buche 10, 12 e 14. La distanza comunque è abissale anche dopo un bogey alla difficile 15: -9 Scott, -6 Els. Il punto di svolta è alla 16 dell’australiano: un putt poco più lungo di un metro per fare il par.

Scott, mentre aspetta il suo turno, sembra tranquillo, si gira un braccialettino di cuoio al polso e probabilmente già assapora la Claret Jug. Mai abbassare la guardia! Forse va sul putt un po’ troppo rilassato, fatto sta che manca la buca, proprio mentre Els imbuca il suo colpo sul green della 18. Ora la distanza fra i due è di un solo punto. Scott è alla 17 e probabilmente comincia ad avere paura, perde la precisione che ha sfoggiato per quattro giorni e fa un altro bogey. Al tee della 18 è pari ad Els, eppure può ancora vincere o almeno andare allo spareggio e sperare di portare a casa il suo primo major. La fortuna però, al momento meno opportuno, gli gira le spalle. Il primo colpo è in bunker, ma con un‘ottima strategia fa un’uscita corta e poi mette uno splendido terzo colpo in bandiera. E’ la reazione di un fuoriclasse e ha un putt di 2 metri per i play off. Quel “puttone” che tante soddisfazioni gli ha dato nei giorni scorsi deve fare un ultimo sforzo: Adam lo appoggia al petto, contro un cuore che gli batte a milla. Tira bene, ma sbaglia di pochi centimetri. Un errore enorme.

Sergio Garcia non si è ancora ripreso da un’esperienza analoga. Si spera che Scott sappia digerirla. E’ in queste occasioni che il golf mostra il suo ghigno più cattivo, perché quello che mette a dura prova non sono i muscoli ma il cervello.

Bella vittoria invece per Els, che quest’anno non è potuto andare nemmeno al Masters poiché fuori dai primi 50 giocatori al mondo. Molti lo davano per spacciato: Els, distratto forse dalla vita familiare (ha un figlio autistico) non sembrava più in palla sui green e da qualche anno mostrava grossi problemi sui putt sotto ai due metri, tipico sintomo del tramonto di un campione. A Lytham, un campo che gli si addice (qui vanta anche un secondo e terzo posto) ha zittito tutti. Un grande riscatto e una soddisfazione per i suoi tifosi, che sempre ammirano il suo splendido swing. Alla premiazione ha parole di elogio e incoraggiamento soprattutto per Scott.

Trentanovesima posizione per Francesco Molinari. Buona anche la performance del numero uno del mondo, Luke Donald, che chiude a -2. Terza posizione per Tiger Woods, mai in partita, ma che finisce con un onorevole -3 a pari merito con Brandt Snedeker.

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