Il torneo della settimana è il Bmw Championship, terzo playoff, ma la notizia del giorno è la Ryder Cup di Parigi (28-30 settembre), perché i capitani hanno praticamente completato le squadre e ne faranno parte sia Francesco Molinari per l’Europa sia Tiger Woods per gli Stati Uniti. La sfida più bella del golf si preannuncia così più bella che mai, con le wild card a disposizione di Thomas Bjorn e Jim Furyk che faranno impazzire i tifosi.
Il danese ha scelto Ian Poulter, Paul Casey, Sergio Garcia ed Henrik Stenson, da affiancare agli altri componenti della squadra, per diritto acquisto sul campo: Molinari, primo per punteggio, quindi Justin Rose, Tyrrell Hatton, Tommy Fleetwood, Jon Rahm, Rory McIlroy, Alex Noren, Thorbjorn Olesen. Bjorn ha puntato su atleti di grande esperienza. Garcia ha alle spalle otto Ryder Cup, Poulter, oltre ad essere una forza della natura in doppio, ha alle spalle cinque sfide intercontinentali, Stenson quattro e Casey tre.
Francesco Molinari sarà alla terza prova, dopo aver fatto parte della compagine continentale vincente nel 2010 e nel 2012. Ma è da sogno anche la squadra americana, con Tiger Woods che torna per l’ottava volta a giocare la Ryder dopo sei anni di assenza (l’ultima apparizione nel 2012). Fantastiche le altre due wild card: Phil Mickelson, alla sua 12esima partecipazione e Bryson DeChambeau, debuttante, ma anche leader Fedex in questo momento, con la vittoria negli ultimi due tornei.
Per la quarta carta Furyk deciderà il 24 settembre, dopo il Tour Championship, ultimo torneo dei PlayOffs che assegnerà i 10 milioni di dollari al primo classificato nella graduatoria annuale. Gli altri otto giocatori a stelle e strisce, che si sono qualificati di diritto, sono Brooks Koepka, Dustin Johnson, Justin Thomas, Patrick Reed, Bubba Watson, Jordan Spieth, Rickie Fowler e Webb Simpson.
Archiviato questo emozionante capitolo, si può passare al terzo appuntamento dei playoff, che è il Bmw Championship, in programma da oggi a domenica all’Aronimink Golf Club di Newtown Square, in Pennsylvania. I giocatori rimasti sono solo 70 e nella gara non c’è il taglio, ma chi vuole partecipare all’ultima sfida, il Tour Championship, deve riuscire a conquistare un piazzamento che gli consenta di restare entro i primi trenta giocatori in graduatoria annuale, perché solo questi parteciperanno alla gara finale. Per questa ragione torna in campo, anche questa settimana, Tiger (25esimo nella Fedex).
Il campionissimo è in gran forma sul gioco lungo, ma resta debole sul putt come mai prima d’ora. Cresciuto alla scuola del padre, secondo cui il golf si gioca dal green al tee e non viceversa, Tiger sembra aver smarrito questa lezione e la sua straordinaria sicurezza intorno alla buca. Gli anni, gli acciacchi, la rivelazione pubblica dei suoi vizi privati (le donne e i farmaci) probabilmente hanno contribuito a questo terremoto psicologico. Ma Tiger è Tiger e ha una gran voglia di ruggire di nuovo su un podio.
Torna anche Molinari (14esimo), che non deve perdere questa splendida occasione di figurare fra i primi trenta giocatori del circuito Usa e di portare a casa il maxi premio. Con lui Patrick Reed, vincitore del Masters 2018 e Billy Horschel.
Si riaffaccia al gioco Rickie Fowler (26esimo), che ha saltato i primi due appuntamenti e non può sicuramente perdere questo, se non vuole dire addio alla finale. Tiger e Fowler giocano insieme e con loro c’è Jordan Spieth, una terna di gran prestigio che avrà i riflettori puntati per tutta la gara.
Si ripresenta al tee l’infaticabile DeChambeau, leader in classifica e in pole per fare l’asso pigliatutto. Il millennials sembra inaugurare l’era dell’automa nel golf, con il suo movimento studiato a tavolino, preciso come un raggio laser, ma non bellissimo da vedere. Il 24enne gioca con il numero uno del mondo Dustin Johnson (secondo nella Fedex), che non ha la scienza dalla sua parte, ma ha tanta forza e molto talento. Con loro il campione olimpico Justin Rose (terzo).
Si ricorda che al prossimo giro i punti verranno azzerati e assegnati nuovamente per dare a ognuno dei 30 partecipanti alla gara finale la possibilità di vincere la FedexCup. Solo i primi cinque però, per usare una formula classica, “sono padroni del loro destino”, hanno cioè la matematica certezza di vincere la classifica annuale vincendo il Tour Championship.