Il 2016 resterà un anno indimenticabile per il golf e la stagione tocca il picco di emozioni con la Ryder Cup, sfida biennale Europa-Stati Uniti che si gioca in Minnesota da venerdì a domenica. La Ryder Cup è lo spettacolo di golf più bello che si possa vedere, perciò suggeriamo anche a chi non conosce questo sport di guardare qualche incontro su Sky Sport, se ha l’opportunità di farlo. La gara è a squadre, una contro l’altra, formula match play, cioè testa a testa, in incontri di doppio o individuali. I team sono formati da 12 giocatori, la maggior parte dei quali conquistano una qualifica nell’arco di 24 mesi. Gli altri vengono scelti con una wild card direttamente dai capitani. In palio ci sono una coppa e l’onore, eppure è uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo, in diretta e in tv.
Gli Usa sono reduci da tre sconfitte consecutive e dal 2000 hanno vinto una sola volta su sette. Il clima è incandescente e il capitano americano, Davis Love III, vuole lavare la bruciante umiliazione del 2012, quando gli Usa persero in casa, a Medinah, un confronto condotto per le prime due giornate.
La squadra europea però è fortissima e decisa a vendere cara la pelle. La sua punta di diamante è Rory McIlroy, il campione nord-irlandese che sembra ogni giorno di più l’unico vero erede di Tiger Wood. Rory è al massimo delle forma e ha sbancato la FedexCup la settimana scorsa, vincendo il circuito Usa. Il 26enne ha conquistato il Tour Championship e il bonus, per un totale di 11,530 milioni di dollari vinti in un colpo solo.
Fra i blu stellati troviamo anche la medaglia d’oro Olimpica Justin Rose, il campione Open Henrik Stenson, il campione Masters Danny Willett. Completano il gruppo Sergio Garcia, Rafael Cabrera Bello, Chris Wood, Andy Sullivan, Matthew Fitzpatrick e le tre wild card, Martin Kaymer, Lee Westwood Thomas Pieters. Il capitano è Darren Clarke, i vice capitani sono Thomas Bjorn, Padraig Harrington, Paul Lawrie, Ian Poulter e Sam Torrance.
Dall’altra parte della barricata, però non è che ci sono dei dilettanti. Gli Usa schierano infatti il numero uno del mondo Dustin Johnson, vincitore dell’ultimo major dell’anno e poi Jordan Spieth, Phil Mickelson, Patrick Reed, Jimmy Walker, Brooks Koepka, Brandt Snedeker e Zach Johnson, più quattro wild card di grande peso come Rickie Fowler, J.B. Holmes, Matt Kuchar e Ryan Moore. Fra i vice capitani di Love III svetta Tiger Woods, finalmente su un campo da golf dopo un lunghissimo digiuno. Accanto a lui Bubba Watson, Jim Furyk, Tom Lehman e Steve Stricker.
I giocatori hanno già provato il percorso e gli europei hanno cominciato a fare spogliatoio. La carta vincente dei blu è sempre stata l’amicizia, rispetto al più spiccato individualismo della formazione rivale. Purtroppo si sentirà l’assenza di un grandissimo agonista come Ian Poulter, dotato di un potente spirito di squadra. L’inglese però sta giocando malissimo e non c’era verso di metterlo in gioco.
La formula, come abbiamo detto, è match play. Nelle prime due giornate si disputano due sessioni di quattro incontri di doppio, foursome al mattino e fourballs nel pomeriggio, domenica c’è il gran finale con dodici singoli. Si assegna un punto per ogni match vinto e mezzo punto per la parità, in tutto sono 28 punti. In caso di pareggio nel conto finale la Ryder Cup rimarrà all’Europa, in quanto campione in carica. Fino a venerdì non si conosceranno gli abbinamenti e neppure gli incontri. Poco prima di giocare Clarke e Love III presenteranno le loro liste e le sfide si terranno in base all’ordine cronologico stabilito dai capitani, l’uno all’insaputa dell’altro.
Il campo di gioco è l’Hazeltine National Golf Club, un tracciato interminabile di quasi 7000 metri, par 72. Gli esperti sostengono che sia un percorso ideale per chi voglia tendere una trappola all’avversario. Opera dell’architetto Robert Trent Jones, ritoccato successivamente dal figlio Rees, il campo si estende tra colline, boschi secolari, laghi e praterie, sembra un paradiso, ma può diventare un inferno per un giocatore impreciso e dopo ogni colpo ci si può trovare in un punto sbagliato. Fra le buche più impegnative c’è la 7, un par 5 di 520 metri, con un torrente lungo il lato sinistro del fairway, da alcuni definita la buca più difficile affrontata in carriera. Anche il clima potrebbe volersi mettere in mostra e rischia di non essere piacevole per i giocatori.
Il tifo, come sempre, sarà pesante e tutto a favore della squadra a stelle e strisce, benché i nordamericani vadano pazzi anche per molti giocatori europei, primo fra gli altri Rory, sostenuto dal pubblico la settimana scorsa ad Atlanta, anche se stava soffiando il premio dalle grandi mani dello statunitense Dustin Johnson.
Peccato, nel contesto della splendida festa, per il lutto che in questi giorni ha colpito il mondo del golf: la morte di Arnold Palmer, 87 anni, il Re di questo sport. Il suo soprannome era proprio The King. Palmer non è stato quello che ha vinto di più, anche se ha accumulato un bel numero di major, ma è stato l’ambasciatore del golf per 40 anni, quello che ha impresso a questo sport una spinta decisiva verso l’alto. Non a caso il torneo da lui patrocinato, l’Arnold Palmer Invitational, è uno dei più importanti del Pga Tour.
Per quanto riguarda la Ryder in tv, si comincia stasera alle 23 con la cerimonia di apertura. Poi si prosegue con una immersione totale, pomeriggio e sera, a partire da venerdì alle 14.