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Golf: Augusta, il Major più chic

Finalmente è aprile, finalmente giovedì comincia il Masters di Augusta. Per ogni golfista del mondo, per ogni appassionato di questo sport, si tratta dell’appuntamento più emozionante e più chic che si possa immaginare. Il pathos è grande, poiché è il primo major dell’anno e l’eleganza è indiscussa visto che si gioca sul campo più esclusivo e meglio curato degli Stati Uniti. 

Questa sera c’è anche il Par 3 contest, una gara in formato ridotto alla quale i giocatori partecipano con fidanzate, mogli e figli, una festa corale in preparazione di una sfida che, a partire da giovedì fino a domenica, metterà a dura prova i nervi e lo stato di forma dei giocatori. Sky Sport segue l’evento in diretta, proprio a partire da stasera.

Il 22enne Jordan Spieth è campione in carica e tenterà la doppietta, anche se ci sono molti dubbi sul suo stato di forma. La stagione 2015 del texano è stata ricchissima di soddisfazioni e gli Stati Uniti credevano di aver trovato finalmente l’erede di Tiger Woods. A fine 2015 Jordan era primo nel ranking e a inizio 2016 sembrava senza rivali, dopo aver superato gli avversari nella gara fra i 30 vincitori del tour americano. Poi ha perso smalto. Nelle scorse settimane è stato superato nel ranking dall’australiano Jason Day e non ha giocato bene nemmeno i due importanti WGC che si sono disputati finora.

Fra i favoriti svettano Jason Day, numero uno del mondo; Rory McIlroy, numero tre; Bubba Watson, numero quattro, detentore di due giacche verdi. La lista dei papabili comprende però anche l’australiano Adam Scott, il californiano Rickie Fowler, l’inglese Justin Rose, lo svedese Henrik Stenson, il giapponese Hideki Matsuyama, lo spagnolo Sergio Garcia e, perché no, il tre volte vincitore su questo tracciato, Phil Mickelson.

Alcuni giocatori sono più in forma di altri, ma quello che l’Augusta National mette veramente alla prova è il loro stato mentale. Il campo è insidioso, i green terribili, il luogo talmente carismatico da intimorire anche i più forti. Non a caso questo è il torneo preferito di Tiger, ma il campione non giocherà per il secondo anno di seguito a causa della lunga convalescenza, forse interminabile, dopo i tre interventi alla schiena. Il Masters è l’unico major che manca al nord-irlandese Rory McIlroy, in buona forma visto che in prova ha fatto persino una buca in uno; ce la farà?

Per tanti altri sarebbe la prima vittoria in un torneo del Grande Slam, un obiettivo che dopo decine di tentativi assomiglia a un miraggio. La palla però è rotonda e il golf è lo sport più imprevedibile che ci sia, come ha dimostrato domenica scorsa il 39enne Jim Herman vincendo per la prima volta in carriera una gara piena di campioni come lo Shell Houston Open.

“Non avrei mai pensato che potesse accadere” ha dichiarato Herman, che per tre anni, 2011, 2013, 2014, aveva perso anche la carta del circuito. “Una sera ho pianto sulle spalle di mia moglie – ha aggiunto – è stato il mio punto più basso, ma questo è uno sport davvero difficile”. Ora giocherà per la prima volta il Masters, è passato da numero 191 a numero 68 del mondo e ha una serie di esenzioni per tutte le gare più importanti da qui ai prossimi tre anni. Miracoli del golf, che non finisce mai di stupire. 

Il montepremi è di dieci milioni di dollari, 1,8 milioni andranno al primo. Il percorso, inaugurato nel 1933 e disegnato da Bobby Jones e Alistair Mackenzie, è un par 72 di 6700 metri. I giocatori sono 89: 38 vengono dall’Europa, fra loro nessun italiano per il secondo anno consecutivo.

Per i giocatori di casa questa settimana c’è una gara al golf club Le Fonti a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, l’Italian Pro Tour. In campo c’è anche Matteo Manassero, 23 anni, 4 tornei vinti sul tour europeo, fra cui il Pga Championship di Wentworth. Matteo oggi è numero 862 del mondo, dopo essere stato nei primi 50. Il veronese entrò all’Augusta National a soli 16 anni. Speriamo ritrovi dentro di sé la grinta per varcare di nuovo e al più presto quei regali cancelli.

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Tags: Golf