Goldman Sachs trionfa nel secondo trimestre battendo le previsioni degli analisti. I ricavi sono saliti a 9,12 miliardi di dollari, a fronte degli 8,61 miliardi del secondo quarto del 2013 e stime del mercato a quota 7,97 miliardi. L’utile netto per i soci della capogruppo passa da 1,86 a 1,95 miliardi di dollari. L’utile per azione diluito cresce da 3,70 a 4,10 dollari, battendo il consensus degli analisti, posto a 3,09 dollari. Il Roe del gruppo è stato pari al 10,9%.
“Siamo soddisfatti dei risultati in un contesto di condizioni operative contrastanti nel corso del periodo. La performance è stata sostenuta da dalla solidità, diversificazione e ampiezza dei servizi che offriamo ai clienti”, ha commentato l’amministratore delegato Lloyd Blankfein.
Crescute inolte le sottoscrizioni di titoli (+47% su base annua). In rialzo del 5% anche le sottoscrizioni di debito. In calo del 26% rspetto al trimestre porecedente, ma comunque aumentato del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, la consulenze sulle fusioni. Anche il ritorno del capitale fa segnare un aumento (+0,4% su base annua).
L’unico calo si registra nel fatturato proveniente dal trading nel reddito fisso, valute e materie prime, sceso del 10%. Un calo che comunque si ridimensiona se paragonato ai risultati delle concorrenti come JP Morgan e Citigroup, rispettivamente calate nel settore del 15% e del 12%.