X

Goldman Sachs avverte: lo shadow banking sottrarrà 11 mld di profitti alle banche tradizionali

Negli Stati Uniti è in corso una guerra fredda tra due modi diversi di fare credito e fornire servizi finanziari. A lanciare il sasso nello stagno è stata la più grande banca d’affari del pianeta, Goldman Sachs, che ha detto che il sistema bancario-ombra degli Stati Uniti potrebbe sottrarre nel corso dei prossimi cinque anni almeno 11 miliardi di dollari di profitti annuali agli istituti di credito tradizionali.

L’emergere negli Stati Uniti di istituti di credito non bancari, come asset manager e aziende come LendingClub Corp. e CommonBond Inc. sta creando più concorrenza per le grandi banche, ricordano i due analisti di Goldman Sachs Ryan M. Nash e Eric Beardsley sentiti da Bloomberg. Insomma le regole più severe sul capitale e soprattutto i progressi tecnologici stanno guidando la crescita del sistema bancario ombra rispetto a i grandi giocatori tradizionali, più forti ma anche meno dinamici. Lo shadow banking offre servizi e finanziamenti come le vecchie banche tradizionali ma a differenza di quest’ultime hanno meno rigidità regolatorie, e così riscuotono successo in particolare durante i periodi di volatilità e di bassi rendimenti. A parlare per primo di shadow banking è stato l’economista P. McCulley nel 2007 in un report di Pimco sul Global Central Bank focus. Una storia quindi recente, che si innesta con la deregolamentazione del sistema finanziario americano e negli anni ’80 con il superamento del Glass-Steagall Act, la legge che differenziava dagli anni 30 le  banche commerciali da quelle di investimento. Lo shadow banking ha avuto un periodo di rallentamento durante la crisi del 2007-2008 ma poi si è prontamente ripreso.

“Ci aspettiamo grandi cambiamenti nel panorama del credito nei prossimi cinque a 10 anni, con nuovi operatori emergenti e alcune attività poste fuori dal perimetro del sistema bancario,” hanno detto gli analisti di Goldman Sachs. “Le banche americane hanno guadagnato circa 150 miliardi di dollari nel 2014, e si stima 11 miliardi dollari, pari al 7 per cento di profitti annuali, potrebbe essere appannaggio di questi nuovi competitor nei prossimi cinque anni” hanno previsto i due analisti.

Come è possibile questo cambio? Gli istituti di credito on-line negli Stati Uniti stanno diventando dei competitor seri delle banche tradizionali, che hanno dominato storicamente il settore dei prestiti. Le start-up nel settore tendono ad offrire prestiti a tassi di interesse più bassi rispetto alle grandi banche perché operano con costi di infrastruttura minori e inoltre riducono il rischio con la raccolta di ulteriori informazioni sui debitori e filtrando con più abilità le probabilità di bancarotta. Ma se in America la concorrenza è feroce in Europa è un’altra musica, perché il credito bancario copre l’80% dei finanziamenti.

Related Post
Categories: Commenti