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Goffredo Bettini, un delirio politico in 3 atti: la sudditanza a Conte, il disconoscimento di Draghi e il sostegno a Tarquinio

Solo chi va in ginocchio da Conte può pensare che il Governo del leader dei Cinque Stelle sia stato migliore di quello di Mario Draghi. Ma non è l’unica idiozia politica con cui Goffredo Bettini, l’ex guru del Pd romano, ha coronato il suo ritorno sulla scena

Goffredo Bettini, un delirio politico in 3 atti: la sudditanza a Conte, il disconoscimento di Draghi e il sostegno a Tarquinio

Il ritorno sulla scena dell’Auditorium di Roma di Goffredo Bettini, dove l’ex guru del Pd ha presentato il suo libro “Attraversamenti”, ha il sapore di un delirio politico, non si sa se più comico o più tragico. In poco tempo Bettini, una volta potentissimo nel Pd romano malgrado la lista dei suoi incidenti di percorso sia piuttosto lunga, è riuscito a collezionare uno strafalcione dopo l’altro in un mix di populismo e massimalista che difficilmente può portare fortuna alla sinistra. Partiamo dalla prima perla che più di altre ha avviato il festival delle idiozie. Sostiene Bettini: “Il Governo Conte 2 è stato il Governo più di sinistra nella storia del nostro Paese e farlo cadere è stato un delitto politico“. Ma come? Aver mandato a casa un Governo, che nel suo bilancio annovera il disastro del Reddito di cittadinanza e, ancor di più, quel Vajont dei conti pubblici che è il Superbonus, ha aperto la strada al Governo Draghi, il miglior Governo di questo secolo. E questo sarebbe un “delitto politico”? Solo chi si bea di andare in ginocchio da Conte e dai Cinque Stelle può arrivare a sostenere simili sciocchezze che, per la verità, si erano già sentite in bocca all’ex ministro bersaniano Roberto Speranza e all’allora segretario del Pd, Nicola Zingaretti, quello che vedeva in Conte “il punto di riferimento del progressismo italiano”. Ma Bettini è andato oltre e ha paternalisticamente disegnato la geografia politica della sinistra, imperniata su un “campo larghissimo” rappresentato dall’abbraccio mortale tra Pd e M5S e da un centro che per ora esiste solo nella sua testa, un centro che esclude a priori Renzi e Calenda e che scommette sul ritorno di Francesco Rutelli nella parte del figliol prodigo. E, alla fine, non poteva mancare l’endorsement a Marco Tarquinio, candidato nelle liste del Pd malgrado sia contrario all’invio di armi all’Ucraina e al diritto della donna all’aborto. Goffredo, attraversamento per attraversamento, perché non torni nella tua amata Thailandia? Faresti meno danni e ti risparmieresti queste figuracce.

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