Alla vigilia del fin troppo atteso discorso di Ben Bernanke, le Borse hanno tirato i remi in barca. Nel finale l’indice FtseMib ha accelerato al ribasso, arrivando a perdere l’1,09 %, a quota 14.780 punti. Anche le altre Borse europee hanno ampliato le perdite: Francoforte -1,64%, Parigi -1,02%, Londra -0,42%
Non cambia il copione dall’altra parte dell’Atlantico: i tre principali indici segnano ribassi compresi tra lo 0,7% e lo 0,9%.
Secondo molti osservatori, le speranze che Bernanke annunci in modo netto l’avvio di un prossimo piano di stimoli monetari all’economia (il famoso QE3) si stanno affievolendo. Nel dubbio gli operatori preferiscono affrontare il weekend “scarichi”.
Le indicazioni in arrivo dall’economia reale sono negative un po’ ovunque. Sul fronte macro, il dato sulle nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione Usa non suscita grosse sorprese, pur essendo lievemente peggiore del previsto (374mila richieste mentre gli analisti ne prevedevano 370 mila). Si sono accentuati i timori di un rallentamento dell’economia globale, innescati soprattutto dalla frenata dei consumi in Giappone a luglio (-0,8% contro attese di -0,2%). Infine pesano, in chiave domestica, le previsioni di Moody’s, che ha rivisto al ribasso il Pil italiano, atteso in frenata tra l’1,5 e il 2% nel 2012.
Nonostante il buon esito dell’asta dei Btp a 5 e 10 anni, il rendimento del titolo italiano a 10 anni sale di 2 punti base al 5,76. A Piazza Affari tiene botta solo Mediobanca (+1,4%). Secondo Il Messaggero, l’ad Alberto Nagel avrebbe concordato con il Cda una revisione del perimetro delle attività del gruppo: per effetto di questo cambio di strategia, potrebbero essere ridotte le quote in alcune società partecipate.
Un indizio che qualcosa bolle nelle stanze di piazzetta Cuccia proviene dal curioso, incessante, aumento dei prezzi Rcs Media group in ascesa verticale da quattro sedute: anche oggi il titolo di via Solferino è stato sospeso per eccesso di rialzo al prezzo teorico di 1,15 euro (dall’inizio di agosto il prezzo è più che raddoppiato). Al contrario, calma piatta sulle altre partecipazioni di Mediobanca: Generali -0,9%, al pari di Telecom Italia.
Il rally di Rcs ha invece contagiato il comparto media, anche se sul fronte della pubblicità non si vedono notizie che giustifichino tanta euforia. Il Sole 24Ore sale dell’8,4%, l’Espresso del 6,8%, Mondadori del 4%, Caltagirone Editore +1,1%.
Partite bene, le banche hanno girato al ribasso: Unicredit ha perso il 2,1%, Banca Popolare di Milano il 2,6% e Popolare dell’Emilia il 2,2%. In calo Intesa (-0,6%). Rotola Montepaschi (-6,03%).
Tra gli industriali, Fiat perde il 2,1% e l’indice EuroStoxx delle società europee dell’automotive è in calo del 3,9%. Un report di Citi include Fiat nell’elenco dei titoli “least favoured” e parla in generale per il settore di “fondamentali che continuano a deteriorarsi”. Inoltre, le attese di Citi sull’eps di settore per il 2013 e il 2014 implicano una crescita del 25% in due anni e Citi vede “poche probabilità che questa previsione possa essere rispettata”.
Anche Morgan Stanley mette in guardia stamattina sulla tenuta degli utili nel segmento dell’automotive europeo. Il broker ha confermato sul Lingotto la raccomandazione underweight. Cauto anche il giudizio su Pirelli in ribasso del 2,9%.
Aria di battaglia tra azionisti sul fronte di Camfin +1,4% e della partecipata Prelios +1,1%. Ieri Camfin (26,2% di Pirelli), ha comunicato i dati del semestre ed ha confermato di essere al lavoro sul lancio di un bond convertibile, nonostante l’opposizione (rientarta) del socio Malacalza.
Ferragamo perde l 6% all’indomani della presentazione dei dati del trimestre, nel corso della mattinata il titolo della società del lusso è stato sospeso per eccesso di ribasso.